Pechino non ha condannato l'agire di Mosca dopo il ritrovamento dei cadaveri di civili nella cittadina ucraina.
Diversi media statali non hanno neppure menzionato le atrocità commesse, altri hanno invece riportato solo la smentita di Mosca. Il Ministro degli esteri: «La Cina vuole la pace. Manterremo una posizione obiettiva ed equa».
PECHINO - La Cina ha reagito con il silenzio alle accuse sulle atrocità commesse dalle truppe russe contro i civili in Ucraina, nel suo sforzo per bilanciare una posizione di sostegno verso Mosca: mentre l'indignazione è rimbalzata nella comunità internazionale di fronte a video, foto e testimonianze sulla brutale uccisione di civili a Bucha, alle porte di Kiev, in seguito alla ritirata delle truppe russe, Pechino è rimasta in silenzio.
Diversi media statali, sotto organico per la festività di tre giorni del Qingming (la memoria degli antenati), non hanno menzionato i fatti di Bucha, mentre alcuni hanno riferito solo le smentite di Mosca sul coinvolgimento delle forze russe.
È il caso dell'agenzia ufficiale Xinhua che ha citato una nota del ministero della Difesa russo che «ha confutato l'accusa di Kiev della presunta uccisione di civili nell'insediamento di Bucha. Tutte le fotografie e i materiali video pubblicati dal regime di Kiev, che proverebbero una sorta di 'crimini' commessi dal personale militare russo, sono un'altra provocazione».
Lo stesso ha fatto la Cgtn, il canale in lingua inglese del network statale Cctv, che ha relegato la guerra in Ucraina alla fine del telegiornale, senza riportare gli eventi di Bucha.
Il Global Times, il tabloid nazionalista del Quotidiano del Popolo, ha ripreso una copertura della Cnn sui commenti del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres relativi alla necessità di avviare un'indagine indipendente per fare luce sui fatti e sulle responsabilità.
Sui social media in mandarino sono apparsi post con le immagini di Bucha e con alcuni utenti che hanno espresso orrore per la notizia, ma la piattaforma di microblogging cinese Weibo è stata riempita di post d'importanti blogger che mettevano in dubbio la veridicità delle foto dei cadaveri e addebitavano le colpe alle «violenze dei 'Combattenti nazisti' dell'Ucraina».
Intanto, il tema non è stato riportato neanche nel colloquio telefonico, il secondo dopo quello del primo marzo, che il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha avuto con l'omologo ucraino Dmytro Kuleba. La Cina, in base a una nota notturna diffusa da Pechino, «non cerca interessi geopolitici egoistici sull'Ucraina» e non è indifferente sul conflitto: «Ha solo una sincera aspettativa che è la pace e accoglie con favore i colloqui tra Russia e Ucraina», invitando le parti a impegnarsi nei negoziati a dispetto «delle difficoltà da affrontare e delle differenze». La Cina, inoltre, «manterrà una posizione obiettiva ed equa e continuerà a svolgere un ruolo costruttivo a modo suo».