A morire in Emilia Romagna chi cercava di salvare cose e animali. Oppure chi tentava di riparare le grondaie. Cosa evitare e cosa fare?
RAVENNA - È in continuo e triste aggiornamento la conta delle persone trovate senza vita in Emilia Romagna. Quattro vittime a Cesena, tre a Forlì, 5 nella provincia di Ravenna e una nel Bolognese, in tutto almeno 13 morti per il mal tempo. Qualcuna, tra queste ultime, forse inevitabile ma altre certamente si sarebbero potute evitare.
Almeno stando alla cronaca di quanto avvenuto in queste ultime ore in Emilia Romagna e soprattutto alla dinamica degli eventi risultati poi fatali. Come quanto accaduto ai coniugi e agricoltori Palma Maraldi (73anni) e Sauro Manuzzi (69), travolti dal fiume Savio, mentre cercavano di mettere in salvo la loro amata asina, in provincia di Cesena, dove a perdere la vita è stato anche Riccardo Soldati (77), che in giardino cercava di riparare delle grondaie.
Oppure come la tragedia occorsa al pensionato Vittorio Tozzi (67 anni) di Forlì, annegato nella sua casa, probabilmente mentre cercava di salvare qualche oggetto e i suoi coniglietti. Ma c'è poi anche chi, come Fabio Scheda (43 ), è morto cercando di installare una pompa per svuotare un garage nei pressi di Bologna.
Dunque chiedersi cosa fare e cosa soprattutto non fare in caso di alluvione sembra quanto meno legittimo. A questo riguardo la Protezione Civile italiana ha twittato un vademecum, elencando le «imprudenze» da evitare e le cose «da fare».
I luoghi più pericolosi in casa e fuori - Premettendo che è importante conoscere le criticità del territorio dove si vive, cercando di sapere se in passato si siano verificati eventi alluvionali, i consigli partono col precisare che «in casa, le aree più pericolose sono le cantine, i piani seminterrati e i piani terra», mentre all'esterno sono assolutamente da evitare i «sottopassi, i tratti vicini agli argini e ai ponti, le strade con forte pendenza e in generale tutte le zone più basse rispetto al territorio circostante».
Qualora nei pressi della propria abitazione o sul territorio circostante si notassero corsi d'acqua ostruiti o tombini intasati, è bene renderlo noto al proprio Comune. E a scopo preventivo è utile non lasciare in cantina cose di valore, premunirsi di una torcia sempre carica e di una copia di tutti i documenti, così come una cassetta del pronto soccorso e una radio a pile.
Se poi si abita in zona a rischio allagamenti, e per di più in concomitanza con uno stato di allerta attivo, il prontuario della Protezione Civile raccomanda di non dormire nei piani seminterrati e di utilizzare sacchi di sabbia per "arginare" gli ingressi, chiudendo bene porte di cantine o garage.
In caso di alluvione - Infine, in caso di alluvione l'elenco è lungo ma non tutto è ovvio nei contenuti. Se ci si trova al chiuso, ad esempio, si parte dal non pensare alle cose da salvare, specie se questo comporta di recarsi nei piani bassi della casa o del posto di lavoro. Evitare quindi di utilizzare l'ascensore e chiudere l'impianto elettrico, curandosi di non avere le mani bagnate. Importante: non berà l'acqua del rubinetto, che potrebbe essere stata contaminata.
Se invece ci trova all'aperto, Sarà bene allontanarsi dalla zona allagata senza utilizzare l'auto - potrebbe spegnersi e restare intrappolata - cercando di raggiungere zone più elevate e non a rischio smottamenti. In tutto questo, sono da evitare: «Sottopassi, argini, ponti», con un occhio di riguardo a dove si appoggiano i piedi, dato che l'acqua potrebbe nascondere fossi e voragini. Evitare di sovraccaricare le linee telefoniche.
Dopo l'emergenza, prima di tornare ad utilizzare acqua potabile e le reti di scarico è bene informarsi.
⚠️ Allerta per #maltempo ⚠️
— Dipartimento Protezione Civile (@DPCgov) May 15, 2023
❌ Evita imprudenze ✅ Ecco cosa fare 👇🏻 pic.twitter.com/RvWrOlhEpO