A confermarlo «dati di intelligence molto affidabili». Nel frattempo il Cremlino attende la visita di Grossi (Aiea) per parlare di nucleare
MOSCA - Mosca è ancora oggi nuovamente al centro dell'interesse internazionale per tre motivi: l'ipotesi di nuova offensiva su larga scala, la visita di Grossi per affrontare il delicato tema di sicurezza nucleare legato a Zaporizhzhia e infine il telegramma di condoglianze di Putin, che si dice pronto a fornire alla Turchia «l'assistenza necessaria in seguito al terremoto».
Una nuova offensiva su larga scala - Procedendo con ordine, è di questa mattina la notizia rilanciata dal Financial Times secondo cui entro i prossimi 10 giorni, la Russia prevede di lanciare una nuova offensiva su larga scala. Kiev avrebbe ricevuto «dati di intelligence molto affidabili» in questo senso. Nello specifico l'operazione dovrebbe iniziare nelle aree delle città di Kremennaya e Lyman.
Energia atomica - Sul fronte della sicurezza nucleare, il Cremlino attende per questa settimana la visita di Rafael Grossi, il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea). Il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov - citato dall'agenzia Ria Novosti - ha sottolineato quanto l'aspettativa russa sia rivolta alla creazione di una zona di sicurezza intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, territorio ucraino attualmente controllato da Mosca.
Colpita una chiesa a Kherson; «nessuna tregua o concessione» - Quanto ai combattimenti, ha destato scalpore il bombardamento e conseguente danneggiamento di una delle chiese di Kherson. Non ci sarebbero vittime. Gli ucraini allontanano nel frattempo ogni ipotesi distensiva. «Qualsiasi concessione - scrive il consigliere di Zelensky, Miykhailo Podolyak - è una capitolazione e non la tollereremo in nessuna circostanza. Una tregua temporanea porterà solo alla fase successiva della guerra in Ucraina».
Putin e il telegramma di condoglianze - «Siamo pronti a fornire l'assistenza necessaria in seguito al terremoto», è il testo del telegramma inviato dal presidente russo Vladimir Putin al leader turco Recep Tayyip Erdogan. Mosca dunque, oltre al gesto apprezzabile dal punto di vista della solidarietà, cerca comunque di mantenere vivo il filo della diplomazia al di fuori dei suoi confini.