L'attivista bielorusso era stato arrestato nel 2021. L'aereo su cui viaggiava fu fatto atterrare a Minsk per un falso allarme bomba
MINSK - Il tribunale di Minsk ha iniziato oggi il processo contro il giornalista e attivista bielorusso Roman Protasevich, cofondatore ed ex direttore di Nexta, un canale informativo su Telegram che ebbe un ruolo fondamentale durante le proteste antiregime del 2020. Lo riporta Radio Liberty.
Protasevich fu arrestato nel 2021 dopo che le autorità bielorusse costrinsero l'aereo di linea sul quale viaggiava ad atterrare a Minsk per un allarme bomba poi rivelatosi infondato.
Il giornalista è stato accusato di "estremismo" e di aver tentato di "prendere il potere con metodi incostituzionali" insieme agli altri due fondatori di Nexta, Stsyapan Putsila e Yan Rudzik. Questi ultimi due coimputati però sono giudicati in contumacia. Secondo Radio Liberty, Protasevich rischia fino a 15 anni di reclusione.
Anche la fidanzata di Protasevich, Sofia Sapega, era sull'aereo Ryanair costretto ad atterrare a Minsk e anche lei fu arrestata. Nel maggio del 2022 la giovane è stata condannata a sei anni con l'accusa di aver gestito un canale Telegram che avrebbe pubblicato i dati personali di alcuni agenti delle forze di sicurezza bielorusse.
Nel 2021 Protasevich è comparso in alcuni video in base ai quali oppositori e governi occidentali hanno accusato il regime di Lukashenko di avergli strappato delle false confessioni con la violenza. «È chiaro che ha subito danni fisici perché si possono vedere i segni di un pestaggio sul viso», aveva detto suo padre all'Afp commentando uno di questi filmati.
Lukashenko, noto come "l'ultimo dittatore d'Europa", governa la Bielorussia dal 1994 ed è accusato di gravi violazioni dei diritti umani. Ufficialmente, ha vinto le presidenziali del 2020 con l'80% dei voti, ma molti ritengono che questo risultato sia frutto di massicci brogli elettorali e per mesi in Bielorussia si sono registrate proteste di massa contro il regime. Le manifestazioni pacifiche sono state represse con violenza e con ondate di arresti e la polizia è accusata anche di torture contro i dimostranti. Secondo l'ong per la difesa dei diritti umani Viasna, ad oggi in Bielorussia ci sono 1448 prigionieri politici.