Con la distruzione della diga 1.852 case sono state allagate, 1.457 persone sfollate, sette i dispersi. E sui morti è tuttora mistero.
NOVA KHAKOVKA - È atteso per oggi il picco della piena su entrambe le sponde del fiume Dnipro, a un giorno dalla distruzione della diga Nova Kakhovka. Un disastro che mette a rischio 42 mila persone secondo i funzionari ucraini. Mentre questa mattina il governatore della regione di Kherson, Oleksandr Prokudin, affermava che 1.852 case sono state allagate sulla riva destra del fiume Dnipro e circa 1.457 persone sono state evacuate nel corso della notte.
«Soldati russi morti» - Numerosi soldati russi sarebbero morti travolti dalle acque, hanno riferito militari ucraini a Cnn. Sette sarebbero invece i dispersi nell'area vicino alla diga, mentre 900 persone sono state evacuate ieri dalla città controllata dai russi e che si trova sul lato destro del fiume.
«Contaminazione di mine» - A questo riguardo le Nazioni Unite hanno precisato che «la gravità di questo episodio sarà comprensibile nei prossimi giorni, ma è già chiaro che avrà conseguenze enormi per migliaia di persone nell'Ucraina meridionale su entrambi i lati della linea del fronte a causa della perdita di case, cibo, acqua potabile e mezzi di sussistenza». E il capo degli Affari Umanitari dell'Onu Martin Griffiths si è detto anche molto preoccupato dal rischio di contaminazione di mine con il movimento dell'acqua.
Catastrofe ambientale - Secondo il presidente ucraino Zelensky, che ha parlato di «bomba ambientale di distruzione di massa», «si è formata una marea nera di almeno 150 tonnellate che è stata portata dalla corrente nel Mar Nero. Non possiamo ancora prevedere quanti prodotti chimici, fertilizzanti e prodotti petroliferi immagazzinati nelle aree allagate finiranno nei fiumi e nel mare».
Tra responsabilità e prese di posizione - Mentre continua il rimpallo delle responsabilità tra Ucraina e Russia, che si incolpano l'una con l'altra per la distruzione della diga, la compagnia idroelettrica ucraina ha dichiarato che è stata fatta saltare in aria dall'interno.
Non potevano infine mancare le prese di posizione di Cina e Stati Uniti. Quanto è successo oggi è un'altra «conseguenza tragica» dell'invasione russa dell'Ucraina, ha detto il vice ambasciatore americano Robert A. Wood, sottolineando che la distruzione della diga «ha portato alluvioni devastanti con un impatto sulla vita e sui mezzi di sussistenza di decine di migliaia di ucraini lungo il fiume». «Voglio dire chiaramente che è stata la Russia a iniziare questa guerra e a occupare quest'area dell'Ucraina», ha aggiunto, ricordando che «gli attacchi deliberati su proprietà civili sono proibiti dalle leggi di guerra».
La Cina, come di consueto, ha invece evitato di esporsi limitandosi a esprimere la sua «grave preoccupazione». L'ambasciatore Zhang Jun ha chiesto alle parti in conflitto di «rispettare le leggi internazionali» e lanciato un appello alla «moderazione», ribadendo che il suo paese «continuerà a stare dalla parte della pace, promuovendo il dialogo per arrivare a una soluzione della crisi».