La superficie degli oceani ha raggiunto una temperatura record di quasi 21 gradi e la temperatura media globale è stata di 16,99 gradi
BRUXELLES - Già all'inizio del mese scorso, l'Esa aveva previsto - dati alla mano - che, con ogni probabilità, il mese di luglio appena conclusosi sarebbe stato il più caldo di sempre. Oggi il servizio europeo Copernicus ha confermato quanto preannunciato.
Luglio 2023 ha ampiamente battuto il record stabilito dal mese precedentemente considerato il più caldo dalla comunità scientifica - ossia sempre il settimo mese dell'anno, ma del 2019 - con un margine di 0,33 gradi celsius. La temperatura media globale ha così raggiunto un apice di 16,99 gradi celsius.
Un aumento della temperatura globale è stato registrato anche a livello dell'aria, più calda di 0,72 gradi della media di luglio sul periodo 1991-2020; e della superficie degli oceani. In questo secondo caso l'aumento è stato di 0,51 gradi celsius, sempre considerando la mediana di luglio degli ultimi tre decenni, con un record di temperatura medio stabilito il penultimo giorno del mese con 20,96 gradi.
Già il 27 luglio scorso il Copernicus Climate Change Service (C3S) aveva pubblicato un rapporto inerente alle prime tre settimane di luglio - caratterizzate da vasti incendi ad esempio in Grecia - in cui affermava che erano stati battuti dei record estremamente significativi.
«Il mese è iniziato con il record giornaliero di temperatura media globale dell'aria battuto per quattro giorni consecutivi, dal 3 al 6 luglio. Tutti i giorni da allora sono stati più caldi del precedente record di 16,8 gradi centigradi, stabilito il 13 agosto 2016. Il giorno più caldo è stato il 6 luglio, quando la temperatura media globale ha toccato i 17,08 gradi».
«Ciò significa che le prime tre settimane del mese sono state le tre settimane più calde mai registrate». Ma non solo. «Durante la prima e la terza settimana, le temperature hanno anche temporaneamente superato la soglia degli 1,5 gradi al di sopra del livello preindustriale, il limite fissato dall'Accordo di Parigi».
A questi dati il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres aveva reagito affermando che il mondo stava «uscendo» dal riscaldamento climatico per entrare in una fase di «ebollizione mondiale».