Si tratta di Adolfo Macias, alias "Fito", il nemico pubblico numero uno.
QUITO - Il presidente dell'Ecuador, Daniel Noboa, ha dichiarato lo stato d'emergenza in tutto il Paese, compreso nel sistema penitenziario, dopo l'evasione del nemico pubblico n.1, Adolfo Macias, alias "Fito", capo della più grande gang di narcotraffico, e dopo le rivolte in alcune prigioni.
«Ho appena firmato il decreto sullo stato d'emergenza affinché le forze dell'ordine abbiano tutto il sostegno politico e giuridico nelle loro azioni», ha reso noto Noboa su Instagram.
L'esercito è così autorizzato a mantenere l'ordine pubblico nelle strade e nelle prigioni del Paese dove è stato anche imposto il coprifuoco notturno tra le 23 e le 5 del mattino ora locale.
Quattro agenti rapiti - In seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza, quattro agenti sono spariti dai radar. Lo ha dichiarato la polizia poche ore dopo l'evasione di Macias.
Nella città costiera di Machala «tre agenti di polizia, che erano in servizio sono stati rapiti», mentre un quarto agente è stato sequestrato nella capitale Quito, ha dichiarato la polizia su X. Incidenti sono scoppiati in almeno sei carceri, in alcuni casi con la presa di guardie in ostaggio.
Per il presidente della Repubblica Daniel Noboa si tratta della prima grande crisi di sicurezza a meno di due mesi dal suo insediamento.
A Riobamba, a 216 chilometri a sud di Quito, e nella stessa capitale, si sono registrati sit-in a favore del boss dei Los Lobos. Decine di persone hanno bloccato le vie di circolazione con cartelli con lo slogan: 'Non attentate alla sua vita. No al trasferimento'.