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ITALIAUna rapina per coprire gli abusi, due frati in arresto

01.08.24 - 11:06
Le vittime avevano memorizzato sui telefoni «immagini e chat a dir poco imbarazzanti»
ScreenshotVideoCarabinieriNapoli
La basilica di Sant'Antonio ad Afragola (Napoli)
La basilica di Sant'Antonio ad Afragola (Napoli)
Fonte ats ans
Una rapina per coprire gli abusi, due frati in arresto
Le vittime avevano memorizzato sui telefoni «immagini e chat a dir poco imbarazzanti»

NAPOLI - I carabinieri di Afragola, nel Napoletano, hanno arrestato sei persone, nell'ambito di indagini su una rapina. Tra gli arrestati ci sono anche due frati, uno dei quali avrebbe dato mandato di eseguire il furto di cellulari, per coprire abusi sessuali ai danni di due vittime che sui rispettivi cellulari avevano memorizzato «immagini e chat imbarazzanti che avrebbero potuto creare seri problemi ad alcuni frati dei monasteri in cui avevano lavorato le stesse vittime».

I due religiosi finiti in carcere sono padre Domenico Silvestro, parroco della basilica di Sant'Antonio di Afragola, in provincia di Napoli, e padre Nicola Gildi, all'epoca dei fatti di stanza nella stessa parrocchia e oggi rintracciato dai carabinieri nel convento "Santa Maria Occorrevole" di Piedimonte Matese (Caserta).

Dall'indagine è emerso che venivano utilizzate due app, "Ciao Amigos" e "Tinder", per organizzare gli incontri a sfondo sessuale, anche di gruppo, cui partecipavano i due frati arrestati oggi dai carabinieri. «Mediante minaccia - si legge in uno dei capi d'accusa - consistita nel prospettare il licenziamento e comunque il mancato sostegno ed assistenza economica fino ad allora assicurati, costringevano» le vittime «a subire atti sessuali, abusando delle condizioni di qualità di ministri del culto cattolico».

Padre Domenico Silvestro è accusato di violenza sessuale; padre Nicola Gildi è invece ritenuto responsabile di rapina aggravata in concorso e violenza sessuale. Poi ci sono i due autori materiali della rapina, Danilo Bottino, 20 anni, e Biagio Cirillo, che ne compie proprio oggi 19, il primo con precedenti, l'altro incensurato; Antonio Di Maso, 43 anni, accusato di avere fatto da intermediario tra il frate mandante e l'organizzatore della rapina, e l'organizzatore con cui il frate-mandante è entrato in contatto, Giuseppe Castaldo, 52 anni, come Di Maso imprenditore di Afragola. Castaldo, secondo gli investigatori, avrebbe anche avuto legami con la criminalità organizzata di Marigliano (Napoli).

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