Le ricerche hanno riguardato in prevalenza case e abitazioni in diversi villaggi serbi.
PRISTINA - La polizia kosovara ha arrestato nelle ultime ore otto persone nell'ambito delle indagini sull'esplosione che ieri sera ha seriamente danneggiato un importante acquedotto nel nord del Kosovo, la parte del Paese abitata in maggioranza da serbi.
Nel darne notizia, il ministro dell'interno Xhelal Svecla ha detto che gli arresti sono stati effettuati durante controlli e perquisizioni in dieci località del nord del Kosovo. Le ricerche hanno riguardato in prevalenza case e abitazioni in diversi villaggi serbi. Le accuse sono di coinvolgimento in attività criminali e terroristiche. Sono state al tempo stesso sequestrate grandi quantità di armi, munizioni, esplosivi, attrezzature varie, e centinaia di uniformi militari.
Secondo il capo della polizia kosovara Gazmend Hoxha, nell'attentato - attuato da un "gruppo ben organizzato" - sarebbero stati utilizzati fra 15 e 20 kg di esplosivo. Non è stata rivelata l'identità né la nazionalità delle persone arrestate. Già ieri sera il premier kosovaro Albin Kurti aveva accusato apertamente la Serbia di essere responsabile dell'attentato all'acquedotto, la cui esplosione ha provocato oggi problemi nell'erogazione di acqua e energia elettrica. Accuse seccamente respinte dal presidente serbo Aleksandar Vucic e dall'intera dirigenza di Belgrado. Kfor e Ue hanno duramente condannato l'attentato, chiedendo indagini serrate per arrivare all'individuazione dei responsabili.