Secondo il neo ministro del Gsi, il generale Augusto Heleno avrebbe giocato un ruolo nell'assalto bolsonarista agli edifici della democrazia
BRASILIA - Continua lo scambio di accuse tra maggioranza e opposizione, in Brasile, sulla versione ufficiale dell'assalto ai palazzi del potere avvenuto l'8 gennaio a Brasilia: il neo ministro del Gabinetto per la sicurezza istituzionale (Gsi), Ricardo Cappelli, ha puntato il dito contro un generale legato all'ex presidente Jair Bolsonaro, il generale Augusto Heleno, che ha comandato il Gsi tra il 2019 e il 2022, sostenendo che sarebbe tra gli ideatori del «tentativo di colpo di stato estremista e inaccettabile».
Capelli ha paragonato il Gsi a una «macchina vecchia e usata» che Heleno ha posseduto per «quattro anni» consegnandola al suo successore, Gonçalves Dias, il primo gennaio di quest'anno, non appena entrato in carica il governo di Luiz Inacio Lula da Silva.
La posizione di Dias si è però complicata, costringendolo alle dimissioni, dopo la divulgazione dei filmati delle telecamere di sicurezza da parte di Cnn Brasil la scorsa settimana: nelle immagini si vede il generale scelto da Lula mentre adotta un comportamento passivo con i manifestanti entrati nel Planalto.
Per Capelli, Dias - nel frattempo interrogato per diverse ore dalla polizia federale - è una «persona onesta con decenni di servizio» e non è stato «complice degli invasori».
I Bolsonaristi quasi nell'ufficio di Lula - Le immagini sull'assalto bolsonarista agli edifici della democrazia dell'8 gennaio, a Brasilia, diffuse dal Tribunale supremo federale, mostrano un sovranista raggiungere l'anticamera del gabinetto del presidente Luiz Inacio Lula da Silva, a palazzo Planalto, dopo aver dato un calcio alla porta a vetri di accesso.
Secondo il filmato, il vandalo è pienamente cosciente di essere ripreso, poiché poco distante compare l'operatore di un media internazionale. Il bolsonarista non riuscì tuttavia ad entrare nelle stanze del presidente che erano chiuse a chiave.