Per l'alto rappresentante dell'Ue «non si tratta del percorso che l'Ue avrebbe scelto».
BRUXELLES - «Il 7 maggio scorso si è svolto un evento molto importante: la Lega degli Stati Arabi ha preso una decisione, quella di riammettere la Siria nella Lega. È in corso un processo di normalizzazione tra una serie di Stati arabi e il regime di Damasco e stiamo anche monitorando i tentativi della Turchia volti a risolvere alcune preoccupazioni tramite contatti con il regime siriano: non si tratta del percorso che l'Ue avrebbe scelto». Così l'alto rappresentante dell'Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, aprendo i lavori della settima conferenza di Bruxelles a sostegno della Siria e del futuro della regione.
«Vedremo a breve se questi sforzi saranno in grado di convincere il regime di Damasco ad avviare un dialogo con gli Stati del Golfo e gli Stati arabi su vari aspetti della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza dell'Onu», ha aggiunto Borrell. Il timore è che si è «molto lontani da una attuazione piena e globale di questa risoluzione» e da «una soluzione sostenibile della crisi in Siria», ha dichiarato il capo della diplomazia europea, sottolineando come «i progressi si siano fermati del tutto».
Da Ue 2 miliardi di euro di aiuti
Borrell ha annunciato nuovi finanziamenti per il popolo siriano per 2 miliardi di euro (grossomodo la medesima somma in franchi). Ha infatti confermato «l'impegno assunto lo scorso anno a nome dell'Ue: 1,5 miliardi di euro a beneficio dei siriani nel paese e dei rifugiati e delle comunità ospitanti della regione per l'anno in corso 2023. Per l'anno 2024 - ha aggiunto - l'Ue metterà a disposizione 560 milioni di euro».