Sempre più aziende boicottano Facebook e Instagram, anche se in questo caso la campagna #StopHateForProfit non c'entra
NEW YORK - Un'altra brutta notizia per Facebook: Microsoft ha deciso di sospendere gli annunci pubblicitari su scala mondiale sul social e su Instagram.
Non c'entra la campagna... - Attenzione però: il colosso informatico aveva preso la decisione già nel mese di maggio, secondo quanto afferma Axios che cita una chat interna della società. Non si tratta quindi di un'adesione di Microsoft alla campagna #StopHateForProfit lanciata dall'Anti-Defamation League, che vuole far pressione sulla società fondata da Mark Zuckerberg affinché modifichi le sue policy sui discorsi d'odio.
... ma le motivazioni sono le stesse - Microsoft, ad ogni modo, è giunta alle stesse conclusioni dei promotori di #StopHateForProfit: non vuole in nessun modo che i propri messaggi pubblicitari siano associati a contenuti considerati non in linea con le politiche aziendali. La decisione non è irreversibile: se Facebook farà le modifiche richieste, Microsoft tornerà a fare pubblicità sui due social. Nel 2019 le fatture sono state pari a 116 milioni di dollari.
Chi ha aderito al boicottaggio - Negli ultimi giorni è aumentata la lista degli inserzionisti globali che hanno deciso di boicottare Facebook, in disaccordo con le sue politiche sulla gestione dei contenuti. Oltre a Unilever, Verizon e Coca-Cola, negli ultimi giorni il brand motoristico Honda, quelli di abbigliamento Patagonia, The North Face, Levi's, l'azienda informatica HP e la catena di caffetterie Starbucks sono andati a ingrossare le fila di chi chiede un cambiamento. Anche Ford, altro colosso dell'automobile, ha annunciato una sospensione delle campagne a livello statunitense per la durata di 30 giorni. Si parla quindi, già ora, di mancati introiti per alcune centinaia di milioni di dollari.
Oltre a questi big hanno aderito a #StopHateForProfit decine di marchi Usa, di piccole aziende locali e inserzionisti "minori". Tutti sono delusi per le timide risposte di Facebook su temi scottanti come razzismo e discriminazioni. Viene inoltre richiesta la cancellazione di gruppi fondati sul negazionismo dell'Olocausto o dei cambiamenti, sul suprematismo bianco, sull'antisemitismo o sulle teorie no-vax.
Zuckerberg, negli scorsi giorni, aveva provato a limitare i danni ma sono già un centinaio gli inserzionisti che si sono tirati indietro. E il loro numero sembra destinato a crescere.
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Pubblicato da Mark Zuckerberg su Venerdì 26 giugno 2020