Lo stato balcanico ha annunciato un blocco delle criptovalute per alleviare la crisi energetica
Le numerose persone che avevano avviato un'attività di "mining" di criptovalute stanno ora vendendo i propri kit
PRIŠTINA - Il Governo del Kosovo ha annunciato ad inizio anno un immediato (seppur temporaneo) divieto di tutte le attività di estrazione di criptovalute (il cosiddetto "mining"), per alleviare la crisi energetica in corso nel Paese.
Di conseguenza, da Facebook a Telegram, gli appassionati di bitcoin stanno cercando da giorni di vendere l'attrezzatura informatica necessaria per "minare" la criptovaluta. Con molti altri appassionati, in particolare nei Paesi vicini, che ne stanno approfittando per ottenere buoni affari a prezzi convenienti. Altri hanno persino deciso di spostare la propria attività.
Come riportato dal Guardian, l'incentivo per fare del "mining" in Kosovo, uno dei paesi più poveri d'Europa, era ovvio: l'alto valore della criptovaluta combinato con i prezzi d'energia tra i più economici d'Europa ha attirato moltissimi "minatori", con il numero di persone che estraggono criptovalute che è salito alle stelle negli ultimi anni.
Ma i bei tempi sembrano essere finiti - almeno per ora - con gli sviluppi in Kosovo che portano a diversi punti interrogativi sul futuro del bitcoin e di altre valute digitali.
A livello di energia, il Kosovo è stato in particolare colpito dall'arresto imprevisto di una delle sue due vecchie centrali elettriche, ciò che ha costretto lo Stato ad importare circa il 40% della sua energia dai mercati internazionali - dove i prezzi sono recentemente saliti alle stelle.
La decisione di introdurre il divieto è quindi stata una logica conseguenza, secondo il Ministro dell'economia kosovaro, Artane Rizvanolli: «Abbiamo stanziato 20 milioni di euro per l'energia, il che probabilmente non sarà sufficiente, e questi sono soldi dei contribuenti che vanno a sovvenzionare il consumo di elettricità» ha detto, aggiungendo che «d'altra parte abbiamo il crypto mining, che è un'attività ad alta intensità energetica e non è regolata». La decisione, quindi, è parsa subito inevitabile.
Da quando le autorità kosovare hanno annunciato la misura, gli agenti della polizia e della guardia di finanza hanno condotto diversi raid, sequestrando centinaia di componenti hardware.