Il colosso dello streaming intende porre fine alla condivisione della password con amici e parenti
Si stima che il fenomeno riguardi il 35% degli utenti regolari. Per l'azienda si tratta di potenziali entrate mensili per oltre cento milioni di dollari
LOS GATOS - Siete anche voi tra coloro che pagano un abbonamento Netflix per condividerlo con amici e parenti? Certamente non siete gli unici. Il fenomeno è molto diffuso (si stima che il 35% degli utenti regolari siano cosiddetti “parassiti”). Ma la situazione potrebbe presto cambiare.
In effetti, i piani tariffari “Standard” e “Premium” permettono l'utilizzo contemporaneo del servizio di streaming da parte di più utenti. Si tratta tuttavia di una funzione pensata per la visione su più schermi all'interno della medesima economia domestica. Spesso e volentieri viene invece impiegata per dividersi la spesa con gli amici, vicini o lontani. E così l'azienda perde potenziali entrate mensili per oltre cento milioni di dollari, secondo il portale Techbook.
L'intenzione è dunque di far pagare anche gli utenti “parassiti”. In che modo? Netflix prevede un supplemento per ogni persona (al massimo due) al di fuori dell'economia domestica a cui è intestata la sottoscrizione al servizio. Un supplemento che dovrebbe ammontare a un importo compreso tra 1,99 e 3,30 franchi, come ha di recente fatto sapere il colosso dello streaming.
Per ora la Svizzera non sarà toccata dalla modifica. In via sperimentale, il supplemento per gli “amici” sarà infatti introdotto in Cile, Costa Rica e Perù. E poi sarà verosimilmente esteso anche agli altri mercati. Non è comunque chiaro come Netflix intenda verificare che gli utenti siano in regola.
La Lex Netflix e il timore di nuovi aumenti - Nel frattempo qui in Svizzera ci si appresta, il prossimo 15 maggio, ad andare alle urne per votare la nuova legge sul cinema, la cosiddetta Lex Netflix. Quest'ultima obbliga le piattaforme di streaming a investire il 4% del rispettivo reddito lordo generato in Svizzera nella produzione di film elvetici indipendenti. Contro la legge è stato lanciato un referendum che ha raccolto oltre 65'000 firme.
I promotori ritengono che tale obbligo porterà, in Svizzera, a un rincaro degli abbonamenti per i servizi di streaming. Nel frattempo, nel nostro paese l'ultimo aumento delle tariffe mensili risale allo scorso autunno: allora la sottoscrizione “Standard” è passata da 16,90 a 18,90 franchi al mese, quella “Premium” da 21,90 a 24,90.
Il Consiglio federale ha per contro detto che con la nuova legge sul cinema per i consumatori non ci sarà nessun cambiamento. L'obbligo di investire in produzioni locali esiste già in paesi limitrofi, dove non è tuttavia stata rilevata nessuna correlazione con le tariffe per gli abbonamenti, ha spiegato il Governo. Si tratta invece di eliminare la disparità di trattamento tra i servizi di streaming e le emittenti elvetiche, che sono già tenute a investire nella cinematografia del nostro paese.