A febbraio, le case più note avevano già registrato un calo delle esportazioni del 3,8%, dopo un ottimo 2023.
BIENNE (BE) - L'industria orologiera elvetica ha subito un'ulteriore battuta d'arresto nel mese di marzo. Le esportazioni all'estero dei bei prodotti "Made in Switzerland" sono ancora calate rispetto all'anno precedente, soprattutto in Asia.
Secondo il rapporto mensile pubblicato dalla Federazione dell'industria orologiera svizzera (FH), il valore complessivo delle esportazioni di orologi è precipitato del 16,1% rispetto all'anno precedente a 2,0 miliardi di franchi.
A febbraio, Rolex, Swatch ecc avevano già registrato un calo delle esportazioni del 3,8% dopo aver archiviato tutto sommato un ottimo 2023. A gennaio, era stato registrato un aumento delle esportazioni del 3%.
In marzo, gli orologi in acciaio hanno inciso negativamente sul risultato segnando una flessione del 28,2%, seguiti dai prodotti in metallo prezioso (-11,6%), mentre i cronometri bimetallici hanno registrato un andamento leggermente migliore (-6,6%). Calo a due cifre in volume (-25,4% in totale), in particolare nella categoria "altri materiali" (-34,5%).
Sono stati registrati cali in tutte le categorie di prezzo, denota la FH. Gli orologi con un prezzo all'esportazione superiore ai 3'000 franchi, hanno segnato una flessione del 9,9%. Per quanto concerne i prodotti più economici (meno di 500 franchi), a marzo si è registrata una diminuzione del 18,8%, e per la categoria di prezzo tra i 500 e i 3000 franchi, del 38,2%.
Richiesta dall'Asia in calo - Stando alla FH, questa involuzione è dettata soprattutto dal mercato asiatico, e in particolar modo dalla Cina e da Hong Kong. Le esportazioni verso questi Paesi sono diminuite del 41,5% rispettivamente del 44,2%.
Nel marzo del 2023, gli orologi svizzeri avevano invece segnato una forte ripresa proprio verso queste due nazioni in seguito alla riapertura dei mercati.
Le esportazioni in Cina, precisa la FH, hanno ora raggiunto un livello inferiore a quello di marzo 2020, quando all'epoca, la pandemia di Covid aveva costretto il settore ad una brusca frenata.
Domanda in calo anche negli Stati Uniti (-6,5%), Giappone (-3,5%) ed Emirati Arabi Uniti (-3,6%), seppur questi mercati appaiono meno colpiti rispetto alla media e se paragonati a Singapore (-14,8%), Regno Unito (-13,2%), Germania (-13,1%) e Francia (-11,9%).