UDC Sezione Lugano
LUGANO - Ormai è nota la volontà del Consiglio di Amministrazione di Lugano Airport SA di voler procedere con una liquidazione controllata della società. La sezione UDC luganese è sicuramente dispiaciuta di dover apprendere una tale decisione ma non si ritiene certamente sorpresa.
Il gruppo UDC in Consiglio Comunale è stato il primo ad essere scettico sull'argomento già nell’aprile 2017 tramite interrogazione ponendo conseguentemente al Municipio tutta una serie di domande (101 nell'ottobre 2017 tramite interrogazione) e di punti sensibili rispetto all'attività aeroportuale. Quando c'era la possibilità di agire concretamente a favore dello scalo durante il rinnovo parziale del CdA di LASA, la proposta dell'UDC di nominare persone con conoscenze tecniche e di settore piuttosto che osservare la mera ripartizione politica è stata valutata saccentemente dalle altre forze politiche. Nonostante le perplessità promosse dall'UDC nei confronti di un'attività che stentava a decollare, non è mai stata intenzione del gruppo intraprendere un'azione di boicottaggio verso lo scalo aeroportuale. Tanto che in occasione del Consiglio Comunale dello scorso dicembre, votando il credito di ricapitalizzazione e il passaggio di una parte delle quote azionarie al Cantone, il gruppo UDC ha voluto dare un'ultima chance al CdA di LASA, consapevoli del fatto che un fallimento repentino non sarebbe stata la soluzione adeguata per nessuna delle parti in gioco. Il CdA ed il Municipio si sono sempre detti convinti di poter riuscire a mutare la situazione potendo avere il supporto finanziario richiesto. In quel momento era stato annunciato da parte del gruppo UDC che non avrebbe più votato un franco di credito a favore di questa struttura qualora non si fosse trovata una soluzione ragionevole entro la fine del 2020.
Non è purtroppo possibile addebitare le colpe ad un unico capo espiatorio: se è vero che la gestione della SA (sia quella attuale ma anche quella precedente) non sia stata delle più brillanti, d'altra parte è innegabile che una serie di eventi, alcuni imprevedibili e alcuni non correttamente pianificati, hanno portato ad un rapido declino dell'attività aeroportuale. Anche quando i crediti votati dal Gran Consiglio e dal Consiglio Comunale sembravano ridare un'ultima chance allo scalo, ci si è messo tra capo e collo il referendum del PS che non ha fatto altro che addebitare tempo prezioso alle trattative. Non solo: l'azione del referendum lanciato risulta poi essere contraddetta poco tempo dopo dello stesso partito che ha chiesto al Municipio (accusato poi di complottismo per avere negato quanto da loro richiesto) di aumentare il credito a copertura delle perdite della SA per risanare momentaneamente la società. Appare piuttosto incoerente lanciare un referendum contro un credito di ricapitalizzazione ben consapevoli di compromettere l'operatività aziendale e poi chiedere un aumento di gestione corrente del preventivo 2020 proprio perché la società è in difficoltà. Il carico da undici ce lo ha poi messo infine l'attuale situazione pandemica dettata dal Covid-19 (guai però a dar in questo caso la colpa solo a lui) che ha azzerato quei pochi voli privati rimasti portando inevitabilmente alla chiusura dello scalo.
Chiaramente le prime reazioni indignate per questo tipo di agire provengono dal PLR e PS, i quali ora gridano furiosamente allo scandalo quando fino a qualche anno fa sostenevano a spada tratta la politica delle poltrone cambiando poi strategia qualche mese dopo e portando misteriosamente alla luce molte problematiche (già note ai più) tentando di boicottare il credito di ricapitalizzazione. Chi oggi grida allo scandalo o esprime parole di dispiacere per questa liquidazione controllata, punta probabilmente a distrarre l'opinione pubblica dalle vere scelte politiche che hanno coadiuvato ad arrivare a questo punto. Nel 2017 PLR, PPD, Lega e PS non hanno mai voluto mollare gli sgabelli partitici del CdA per rimpiazzarli parzialmente con persone competenti nel settore dell’aviazione e nella gestione di aeroporti.
L'UDC luganese è come sempre molto pragmatica e questa notizia non è per noi una novità. Attenderemo di poter parlare quindi con il Municipio nelle sedi istituzionali preposte per sottoporgli tutte le domande del caso ed assicurarci che questa transazione avvenga nel modo più trasparente possibile e che, nonostante "stato di necessità", le cose vengano fatte "comme il faut". Ovviamente attenderemo poi il progetto di passaggio ai privati, affinché potremo esprimerci di nuovo sul tema.