Giancarlo Jorio, ingegnere, già municipale di Giubiasco. (28.11.2020)
Con la pubblicazione della variante di piano regolatore per l’impianto idroelettrico AMB Morobbia, dovrebbe finalmente apparire chiaro a tutti che l’acquedotto della valle Morobbia, un doppione di quello di Gnosca, preventivato 21 milioni di franchi, riduce la potenzialità degli impianti idroelettrici sottostanti.
Con l’aggregazione di Bellinzona gli impianti idroelettrici e gli acquedotti sono gestiti da AMB Bellinzona e la “frittata ora si gira e rigira nello stesso pentolone”. AMB, che ha ereditato dal comune di Bellinzona l’inutile acquedotto messo in cantiere dall’ex comune di Giubiasco, ottenendo una concessione dei diritti d’acqua forzando le decisioni e facendo “strame del diritto applicabile in materia”, dovrà fare i conti con una cospicua diminuzione delle acque disponibili per produrre energia idroelettrica.
Il Municipio di Bellinzona ante aggregazione era contrario alla realizzazione dell’acquedotto di valle Morobbia, ben consapevole che avrebbe causato al sottostante impianto idroelettrico, allora di sua esclusiva proprietà, importanti limitazioni di produzione: fatti peraltro evidenziati dall’allora vigente piano energetico cantonale.
Anche i paracarri ora avranno capito che con la diminuita quantità delle acque restanti nell’alta valle non si produrrà la quantità potenziale di energia idroelettrica prima disponibile, anche perché con la nuova concessione va rilasciato un deflusso minimo direttamente alla diga di Carmena.
Il fatto era già stato sollevato in occasione dell’opposizione all’inutile acquedotto di valle Morobbia, ma è stato ignorato da una fallimentare classe politica che ha sostenuto lo sperpero di soldi pubblici per un acquedotto che resta anche a secco per 90 giorni consecutivi in caso di siccità.
Ora per AMB l’ardua decisione per ottimizzare l’esercizio degli impianti: produrre energia idroelettrica pulita e pregiata con l’impianto idroelettrico che ha la potenzialità di sfruttare un salto di maggiore entità o fare girare le turbinette-giocattolo dell’inutile acquedotto per cercare di lucrare sussidi federali?
Ma, attenzione! I sussidi sono erogati per la produzione di nuova energia, non per la produzione di energia sottratta a un impianto preesistente.
Vedremo chi vorrà incorrere in richieste di sussidi federali truffaldine.
Con la pubblicazione della variante di piano regolatore ora si cercano correzioni alle irreparabili male scelte che hanno sciupando le potenzialità energetiche del territorio.
Si prevedono investimenti di 16,4 milioni di franchi per realizzare nuove centraline: insomma grandi spese per una piccola produzione di energia, secondo le previsioni 3,7 GWh/a .
L’economicità di queste realizzazioni sarà da dimostrare poiché il rapporto investimento/produzione di energia appare decisamente alto (fatto salvo l’impianto per la dotazione del deflusso minimo direttamente alla diga di Carmena: 1.26 milioni di fr. per una produzione media di 0.546 GWh/a).
Alla nuova classe politica toccherà sciogliere i nodi gordiani e infine, come di regola accade, il conto sarà fatto pagare all’ignaro pantalone con le bollette dell’elettricità e dell’acqua potabile.
Ambiziosi personaggi della politica si sono gonfiati con il progetto di grande Città, mettendo sotto coperta problemi che non potevano sfuggire alle loro attenzioni.
In luogo di adottare scelte d’interesse pubblico, hanno sperperato soldi del contribuente, e ora volteggiano come bandiere al vento per salvare la faccia.
Saranno ricordati anche per la mala gestione dell’energia idroelettrica, pregiata, rinnovabile e pulita del territorio.