Donatello Poggi, Giornico
Non sono un pessimista per natura ma semplicemente un realista, già passato per l’esperienza della fallita aggregazione Biasca-Iragna-Pollegio.
Un’aggregazione che, anche dopo le serate informative alle popolazioni, i Municipi davano praticamente per scontata, ma che alla fine i cittadini di Pollegio e Iragna bocciarono in modo netto.
Sorpresa o impreparazione?
Ecco perché bisogna essere più che convincenti (non solo nelle parole o con gli studi) e mettere in conto le diffidenze che ci sono, specie in due comuni, senza nascondersi dietro un dito.
Diffidenze e dubbi legittimi, ci mancherebbe, che non saranno i soliti e “facili” argomenti triti e ritriti a dissipare.
Il fatto di ipotizzare, ad esempio, che “si abbasserà il moltiplicatore d’imposta” (già sentita) vale in questo caso eventualmente solo per Giornico e Bodio (dal 100 al 95%) poiché Pollegio e Personico stanno già meglio ora.
Oppure quello di dire che dal Cantone (i contribuenti) arriveranno, pare, 7/8 milioni di franchi se ci sarà l’aggregazione. E dopo?
Che siamo una periferia depressa (grazie anche all’ottusità dei politici in quel di Bellinzona) lo sanno tutti, per cui questa cifra potrebbe essere anche insufficiente. Il solito concetto riduttivo quasi fine a se stesso.
I cittadini vanno convinti sull’appartenenza allo spirito aggregativo, con scenari futuri e prospettive che, di fatto, siano poi migliorative della situazione attuale e realizzabili in tempi brevi. Progetti!
Un’occasione valida e concreta e che poteva rappresentare davvero un legante forte e aggregativo in questa direzione, avrebbe potuto essere la delocalizzazione di un settore del nuovo stabilimento delle Officine FFS di Bellinzona, sui terreni dell’ex Monteforno, già in pratica pronti. Invece no.
Si è discusso molto, i soliti gruppi di lavoro, raccolta delle solite firme che non condizionano nulla e nessuno (specchietto per le allodole?) e poi … la politica, anche quella locale, ha fatto il solito passo indietro. Delusione!
E con gli Uffici postali (spariti) come la mettiamo? Non si poteva fare qualche pressione in più, proprio in previsione dell’eventuale aggregazione? Siamo troppo arrendevoli.
Sono questi, e altri, i fatti concreti che contano e che la gente valuta e valuterà al momento opportuno.
Tutto il resto: studi, grafici, dati (anche un po’ vecchiotti) e proiezioni futuristiche “abbellite”, servono, a mio modesto avviso, a ben poco.
Inutile negarlo: ci sono due comuni che, economicamente ma non solo, stanno meglio e gli altri due che hanno più “difficoltà” (perché?) e qui, passatemi il termine calcistico, si giocherà la partita nella/e popolazione/i al momento della votazione consultiva.
I due comuni attualmente più in difficoltà dovranno essere “convincenti” verso gli altri (non di certo con l’annosa e degradante vicenda dei postriboli …) e di nuovo convincere chi poi alla fine voterà.
Il resto “sono solo canzonette …” cantava Bennato.