Giancarlo Jorio, già municipale di Giubiasco
Inquietante è il silenzio dopo le decisioni del Consiglio comunale che ha deciso nel merito dei sorpassi di spesa per opere non approvate concernenti lo stadio comunale e il policentro di Pianezzo.
Il problema in esame, oltre che l’abuso della legge applicabile per pagare importi non sostenuti dai dovuti crediti, non era uno di quelli della politica in senso lato, bensì connesso con la funzione di controllo dell’esecutivo da parte del legislativo.
La politica dei partiti avrebbe dovuto farsi da parte ed essere univoca. I consiglieri avrebbero dovuto agire giusto il loro mandato istituzionale in rappresentanza dell’intera popolazione che in definitiva è quella che paga i conti.
Si ricorda che i consiglieri comunali promettono solennemente fedeltà alla Costituzione e alle leggi dello Stato ma l’altra sera, approvando i crediti per i sorpassi di opere realizzate senza che fossero preventivamente autorizzate e la cui spesa non era coperta dai necessari crediti, hanno sistematicamente omesso anche di chiedere che i responsabili delle negligenze siano chiamati alla cassa, accertata una violazione essenziale della funzione del mandato.
Ben vengano i referendum e pure qualche ricorso poiché le lacune per quel modo di amministrare e di controllare chi amministra, lascia spazio a troppi dubbi che vanno ulteriormente sciolti con altri puntigliosi accertamenti.
Tanto per cominciare vanno accertate le responsabilità personali e individuare chi ha agito con negligenza. Si dovrà fare in modo che chi ha responsabilità per azioni negligenti, passi alla cassa, non escludendo di considerare i costi generati dagli audit, osservata la negligenza generalmente riconosciuta sia dal municipio, sia dal consiglio comunale.
Sia ricordato ai tanti consiglieri comunali avvocati e giuristi che nel diritto pubblico l’atto illecito presuppone la violazione di un dovere attinente a una funzione; parimenti che deve sussistere un nesso causale tra il danno patrimoniale lamentato dal Comune e l’illecita trasgressione di norme implicanti il divieto di nuocere per l’eccesso nell’uso della carica istituzionale.
Eppure gli eccessi sono stati da tutti riconosciuti. Come tali erano evitabili, nella misura in cui il Municipio avesse agito tempestivamente, informando e chiedendo i relativi crediti suppletori mettendo in atto la sua sempre evocata, ma poco professata, prestazione professionale con il dovuto senso di responsabilità.
C’è chi si riconosce guardandosi nello specchio?