Nadia Ghisolfi, deputata in Gran Consiglio e candidata al Municipio di Lugano per il PPD
LUGANO - Il rilancio dell’aeroporto di Lugano passerà inevitabilmente per l’assegnazione della gestione dello stesso. Una struttura il cui futuro è da troppi anni è in bilico, mettendo a rischio posti di lavoro, impatto ed indotto economico diretti ed indiretti. Parliamo quindi di un insieme di attività economiche strettamente correlate che toccano direttamente persone e famiglie. Non di oggetti o cose su cui poter giocare a piacimento o per un capriccio di pochi.
Non per niente lo scorso mese ci siamo chinati anche in Gran Consiglio ed abbiamo votato in favore di un sussidio a fondo perso di 100mila franchi, in aggiunta ai 500mila già stanziati dal Comune, in favore degli ex dipendenti dello scalo di Agno, per un piano sociale in loro favore. Quando si parla di aeroporto c’è quindi dietro tutto un universo che non può essere approcciato con lo spirito di chi vede solo una “vacca da mungere”.
Dovremmo essere tutti uniti e pensare al bene comune, cercando di assegnare la gestione a qualcuno realmente legato al territorio, finanziariamente solido, che conosce le nostre esigenze e combinare interesse pubblico e privato con una visione per lo scalo che vada oltre la mera speculazione immobiliare, così come auspicato dall’esecutivo comunale al momento del bando di concorso. Solo così si possono garantire posti di lavoro a medio-lungo termine e non fuochi di paglia. Eppure c’è chi, nonostante tutto, rimane fossilizzato a vetusti giochi di potere, pensando più agli interessi personali che ad altro, e rischiando così di bloccare il futuro con ricorsi e controricorsi, come purtroppo la cronaca locale di questi giorni racconta.
Credo sia arrivato il momento di dare un segnale forte. Lugano ed il suo aeroporto hanno bisogno di realtà consolidate e persone di riferimento. E, spiace dirlo, chi pensa di impantanare il normale prosieguo dei lavori per garantire un futuro all’aeroporto e ai suoi lavoratori, è meglio si faccia da parte. Insomma, non è certo il momento di fare gli indiani!