Carlo Zoppi, capogruppo PS/PC Consiglio comunale Lugano
LUGANO - Ritornando sui fatti di questo week end nel parco di Villa Saroli, è importante capirsi su alcuni concetti per inquadrare il fenomeno e affrontarlo in maniera costruttiva. I free party sono manifestazioni musicali autogestite, dall'accesso libero e gratuito per chiunque voglia partecipare. Queste manifestazioni rispondono all’esigenza di una fascia di cittadini di affermare una zona diversa dalle dinamiche imposte dalle logiche economiche e amministrative che regolano la quotidianità dello spazio pubblico anche nella nostra città.
Lugano, nonostante qualcuno lo voglia, non è una casa delle bambole dove tutto è bloccato in una stasi dorata in un’ostentata normalità che in verità è asettica e fittizia. Una città è un’entità viva e dinamica in cui le persone che la abitano esprimono sé stessi vivendo gli spazi. Le repressioni luganesi non sono purtroppo una novità e il continuo svolgersi nel nostro territorio di eventi spontanei, evidenza l'incapacità da parte delle istituzioni di contribuire positivamente allo sviluppo ricreativo di nuove forme di aggregazione giovanili. Queste problematiche urbane avvengono in ogni città e sono incrementate dalla mancanza di spazi a disposizione. Una tematica non nuova ma che purtroppo non è una priorità politica della maggioranza politica che gestisce la nostra città.
Si può reagire fermamente ma non si può nascondere la polvere sotto al tappeto per sempre. La questione deve essere affrontata senza farne un dramma e senza confondere in un eccesso di iperboli: disordine e baccano con degrado e decadimento dei valori di civile convivenza. Le reazioni di petto non fanno che incrementare le reazioni di stizza e di sfiducia in una parte della popolazione sempre più stanca di essere ignorata e messa ai margini dalle istituzioni. Quest’ultime, in tempi di demolizioni notturne, rischiano con questo modo di fare di trasmettere messaggi incoerenti su quello che si possa o non si possa fare, di essere poco credibili e rendere più difficile la ricerca di dialogo e di soluzioni costruttive ai disagi alla popolazione causati da questi eventi.