Alessandro Robertini, papà di liceali e docente SUPSI
Premetto, a scanso di equivoci e fraintendimenti, che ho già effettuato il cosiddetto "booster" e credo fermamente nella scientificità della via vaccinale per uscire dalla crisi sanitaria che ci perseguita da ormai due anni. La scellerata presa per i fondelli del Collegio dei direttori delle Scuole Medie Superiori, che ha deciso di ridurre le gite di maturità, già delimitate al solo suolo elvetico, a un solo pernottamento, al posto dell'usuale settimana che normalmente viene dedicata a questa attività culturale e sociale, non solo ha dell'incredibile, ma è quanto di più inopportuno e inadeguato si potesse escogitare.
Lavorando nel mondo accademico e dell'insegnamento, conosco forse più di altri, non tanto le difficoltà tecnologiche dell'insegnamento online, che possono essere affrontate con la dovuta pazienza e comprensione, ma quelle psicofisiche cui sono giorno dopo giorno confrontati allievi e studenti di tutti i livelli scolastici, ampiamente limitati nelle attività non prettamente collegate allo studio e di svago in generale. Attività essenziali nello sviluppo psicofisico ancora ampiamente in corso in questa fascia di età.
Se è vero che nel 2020, ad inizio pandemia, ogni limitazione anche draconiana era giustificata dalla non conoscenza del virus e dei suoi meccanismi di contagio, al punto da annullare anche gli esami di maturità, oggi a distanza di due anni non è assolutamente più così. Abbiamo molte conoscenze ed abbiamo imparato a conviverci. Da inizio stagione (escluse un paio di settimane ad inizio gennaio) si può presenziare sia in piedi che seduti ad eventi sportivi nei limiti della capienza degli stadi e dei necessari certificati.
Ora, per analogia, non è per nulla comprensibile come sia possibile limitare le gite di maturità dei liceali a due soli giorni con un unico pernottamento. Vada per la limitazione geografica alla sola Svizzera, ma che si permetta loro di vivere appieno un'esperienza che, oltre ad essere un notevole arricchimento culturale, è anche una sorta di coronamento sociale del percorso che si apprestano a terminare prima di proseguire nel mondo accademico o del lavoro. Auspico pertanto che si possa tornare su questa scellerata decisione, considerate anche le ultime decisioni del Consiglio federale dettate dall'attenuazione dell'ultima ondata, che sta inducendo a ripristinare almeno in parte anche alcune attività legate all'imminente periodo carnevalesco. Altra contraddizione che sarebbe a questo punto del tutto improponibile.