di Omar Wicht, consigliere comunale della Lega a Lugano
LUGANO - Nel nostro Cantone, siamo sempre più confrontati con una povertà nascosta, mai resa pubblica e poco discussa a livello cantonale, ma sempre offuscata.
L’unico dato, che ci viene costantemente rilevato trimestralmente, e quello della disoccupazione, che c’entra come “i cavoli a merenda”. La disoccupazione e solo un passaggio dal licenziamento ad un reinserimento professionale, nulla a che vedere con la povertà. Non capisco come mai, a livello Cantonale, si discute solo dei classici temi all’ordine del giorno, ma non si prende mai in mano il dossier “povertà in Ticino”. E qui mi riferisco alla gente in assistenza, alle famiglie che vivono con il minimo vitale e sono piene di precetti esecutivi, non possono neppure acquistare una piccola vettura in leasing, o prendersi un appartamento, causa estratto ufficio esecuzioni non immacolato.
In Ticino dovremmo porci queste domande: quanti ticinesi beneficiano delle prestazioni assistenziali? Quante famiglie sono sul lastrico? Quanti anziani fanno fatica ad arrivare a fine mese? Quante famiglie fanno la fila da Fra Martino Dotta, per la spesa? Quanti ticinesi hanno perso la fiducia nelle istituzioni, e soprattutto la dignità? Su questi presupposti il governo ticinese dovrebbe impegnarsi, non semplicemente sui dati della disoccupazione.