Partito Comunista ticinese
Dopo un momento di apparente calma, la situazione in Kosovo e Metohija si sta nuovamente surriscaldando: le forze di sicurezza kosovare sono state poste in stato in allerta e vengono trasferite in massa a Mitrovica. Ciò costituisce una provocazione per la minoranza serba, che l'amministrazione presidenziale dell'autoproclamata repubblica del Kosovo ha accusato di “istigazione” arrivando nientemeno che a paragonare la situazione a quella vissuta nel 2014 nel Donbass in Ucraina: un parallelismo inquietante, poiché presuppone di fatto la preparazione a una guerra. La Serbia ha infatti posto nei giorni scorsi l'esercito in stato di allerta.
In questo contesto di tensione il contingente NATO in Kosovo, la KFOR, sta soffiando sul fuoco. Già l’estate scorsa aveva annunciato che, in caso di escalation al confine fra Serbia e Kosovo, le truppe sarebbero state pronte a intervenire militarmente, evidentemente ai danni della Serbia, nazione “colpevole” di rifiutare l’atlantismo e i diktat degli USA. Colpire la Serbia – che è un paese neutrale militarmente – serve non solo a indebolire la Nuova via della seta cinese, ma anche a chiudere il solo spazio aereo di accesso all'Europa ancora consentito alla Russia e quindi vincolare del tutto l'UE agli USA, impedendo così ogni forma di dialogo e di pace. I nordamericani vogliono insomma portare una nuova guerra in piena Europa!
La Svizzera dispone attualmente di oltre un centinaio di militari attivi in Kosovo proprio all'interno della KFOR. Quest'ultima ha apertamente minacciato un intervento, qualora la Serbia, una nazione sovrana che dispone di relazioni diplomatiche del tutto pacifiche e di mutuo vantaggio con la Svizzera, dovesse agire in difesa del proprio popolo vittima delle angherie del regime di Pristina. L'agire della NATO è contrario agli interessi nazionali svizzeri e agli interessi di classe dei lavoratori dei nostri paesi!
Il Partito Comunista considera quindi urgente, visto il nuovo contesto geopolitico, rimpatriare immediatamente i nostri soldati stanziati in Kosovo poiché sono di fatto parte integrante di un contingente internazionale che potrebbe entrare direttamente in un conflitto armato: la violazione della neutralità è qui del tutto palese! Non mettiamo a rischio la vita dei nostri giovani per far felice Joe Biden! La Svizzera, al contrario, dovrebbe sostenere la proposta del governo di Belgrado che chiede a Pristina di creare una Comunità di comuni serbi, evitando così l’escalation che si è verificata in Ucraina.