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LINO RAMELLIE se raddoppiassimo l’AVS?

19.12.22 - 17:07
Di Lino Ramelli, PLR sezione Locarno
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E se raddoppiassimo l’AVS?
Di Lino Ramelli, PLR sezione Locarno

La recente adozione da parte del Consiglio degli Stati di una misura che in pratica condurrà al ridimensionamento delle future rendite della previdenza professionale e che fa seguito a quella approvata in settembre dal popolo riguardante l’innalzamento dell’età del pensionamento per le donne non fa che prolungare anch’essa di qualche anno la viabilità finanziaria di un modello, quello dei 3 pilastri, che risponde sempre meno all’evoluzione della società e del mondo del lavoro. È forse giunto il momento di chiedersi se non sia necessario riflettere su un cambiamento più radicale del sistema scordando il quadro esistente.

Idealmente ogni cittadino legalmente residente nel nostro territorio dovrebbe avere il diritto ad un’esistenza dignitosa anche se non è in grado di lavorare qualunque ne sia il motivo grazie a una rendita sufficiente ottenibile senza sottoporsi a pratiche talvolta svilenti.

Il modello attuale è basato sulla complementarità con la previdenza professionale ed è proprio questo il punto debole poiché varie categorie professionali, spesso le più fragili, ne sono parzialmente o totalmente sprovviste e i nuovi modelli emergenti nel mondo del lavoro rischiano di ulteriormente indebolire l’apporto del secondo pilastro.

E se aumentassimo massicciamente l’AVS trasformandola in una rendita in grado di garantire a tutti gli aventi diritto la copertura dei loro bisogni vitali? Bisogni che non dipendono dal genere, dall’età, dallo stato civile, dalla provenienza o dal trascorso professionale. Una rendita uniforme e sufficiente (indicativamente il doppio della rendita minima attuale, semplificherebbe anche la ricerca di soluzioni in alcune situazioni problematiche quali i pensionamenti anticipati per certe categorie professionali, le rendite insufficienti per i percorsi professionali meno qualificati o irregolari o le lacune legate a prelievi del capitale della previdenza professionale.

Il costo di una tale operazione sarebbe evidentemente enorme, ma potrebbe in gran parte essere coperto mediante un massiccio travaso di prelievi dalla previdenza professionale, dall’abolizione di vari sussidi e delle rendite complementari e, non da ultimo, da una gestione amministrativa semplificata.

La previdenza professionale come concepita attualmente manterrebbe il suo scopo ossia assicurare il livello di vita precedente, ma avrebbe un carattere più marginale e opzionale mirato sui beni e consumi non primari, ma non per questo meno legittimi.

L’approfondimento di un tale modello necessiterebbe un’analisi approfondita di molteplici aspetti e la sua eventuale implementazione non potrebbe che essere progressiva sull’arco di almeno una generazione, ma è forse una valida alternativa all’impasse attuale.

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COMMENTI
 

Webster 2 anni fa su tio
L'idea del Sig. Ramelli la trovo interessante. La Costituzione svizzera dice che l'AVS deve garantire una vita dignitosa. Questo oggi non è garantito e la complementare è un cerotto messo all'epoca in cui appunto l'AVS non garantiva più il minimo vitale. Dal mio punto di vista il 2° pilastro è una vera porcheria perché gestito da società private che si prendono una bella fetta tra spese e balzelli. Per principio tutto quello che è sociale dovrebbe essere statale e non gestito da società private.

Lux Von Alchemy 2 anni fa su tio
È certamente una trovata rivoluzionaria. Di certo chi ha solo l’AVS non può viverci. Per cui ci vuole una vera soluzione che risponda alle reali esigenze di vita dei pensionati. Per altro, è una certezza che sempre più stranieri (e non solo) anche naturalizzati, vista la pensione non sufficiente, vanno a vivere in paesi meno cari: economia persa in Svizzera. E peggiorerà se non si pensa fuori dal quadretto. Certo, non sarà a costo zero.

Emib5 2 anni fa su tio
Come scritto nel testo, una buona parte dei soldi verrebbero da una diminuzione dei contributi alle casse pensione, da ridotti aiuti complementari e assistenza.

Mattiatr 2 anni fa su tio
Bé raddoppiare l'AVS significa raddoppiare i contributi indirizzati a essa, anche no. È una proposta un po' alla Berlusconi, pensioni per tutti, poi mancano soldi e si fanno danni.

Sarà 2 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
Bisognerebbe vedere quanti pensionati ricevono già prestazioni complementari dell'AVS e se con un raddoppio dell'AVS potrebbero farne a meno. Con il tetto di 3'500 Fr. paradossalmente le coppie sposate oggi in molti casi ricevono meno rispetto a quello che hanno pagato e sono penalizzate rispetto alle coppie conviventi. In ogni caso, vista l'evoluzione della società e del mondo del lavoro, un ripensamento del sistema pensionistico ci sta.

Mattiatr 2 anni fa su tio
Risposta a Sarà
@Sarà sul dover adeguare il sistema pensionistico siamo d'accordo, un po' lo si sta facendo (vedi votazione di quest'anno). Diciamo che non mi piace troppo legger sparate da raddoppiamo, manco stessimo giocando a carte. Ho come la sensazione sia la classica sparata elettorale da ''tanto chi vuoi che se ne ricordi'', le proposte a cifra tonda in genere non sono molto studiate.¶ Detto questo più che una soluzione del genere preferirei veder proposto: Un aumento della soglia minima AVS che compensi riducendo la percentuale di questa sui redditi alti. Un leggero aumento della contribuzione sul 2° pilastro (così i salari alti alla quale hai tagliato i fondi dovrebbero venir un po' compensati) e un 3° pilastro obbligatorio a partire da 40'000 franchi annui di salario (poi scegli te quanto, dove e come). Sul come fare e quanto adeguare e cosa lascio la parola a chi ne sa più di me, certamente eviterei di rendere il 2° pilastro redistributivo (proposta Carobbio), per quello c'è già il 1°. Inoltre il sistema pensionistico dovrebbe idealmente reggersi in piedi da solo, eviterei di drenarci troppe risorse dalla fiscalità generale, altrimenti diamo un potenziale giocattolo in mano ai politici che potrebbero portare a un sistema tipo quello italiano (qui torno alla citazione prima su Berlusconi, oggi ripresa da Salvini, Meloni, ...).

Geni986 2 anni fa su tio
E un reddito di base incondizionato per tutti, a questo punto, non sarebbe una semplificazione ancora maggiore? Oltre a AVS e complementari permetterebbe di snellire gli apparati legati a disoccupazione, assistenza, sussidi di cassa malati, ... Chiaro che prima bisogna rivedere un attimino le regole di "ammissione" al nostro paese, che se no rischia di (ri)diventare un Eldorado agli occhi dei poveri disperati di questo Pianeta maltrattato.

Mattiatr 2 anni fa su tio
Risposta a Geni986
Il problema maggiore di un UBI è che avrebbe un forte effetto inflattivo (aumenti la domanda a parità o inferiorità d'offerta). Inoltre un'operazione di tale intensità avrebbe un costo enorme comportando un non irrilevante aumento della tassazione a livello nazionale, quindi perderemmo di competitività rispetto agli altri stati occidentali. In sintesi rischierebbe di essere un operazione molto costosa con effetti nulli se non nocivi verso la popolazione attiva.

gianca70 2 anni fa su tio
Non mi assume più nessuno!

prophet 2 anni fa su tio
Interessante pensiero, ma già ora esiste la possibilità del 3° pilastro. Si potrebbe valutare l'abolizione del salario coordinato a livello di LPP ed eliminare la soglia minima d'entrata. Un primo grande passo sarebbe anche quello di stralciare l'abominio della penalizzazione delle coppie sposate...e viste le ultime vicende europee...la Confederazione potrebbe finanziare l'aumento della pensione reindirizzando il miliardo di coesione unitamente ad un leggero aumento dell'IVA.

Adegheiz 2 anni fa su tio
Risposta a prophet
Giusto due punti: - solo oltre un certo reddito si deve pagare la cassa pensione. Quindi non tutti sono obbligati. Se abolissimo il saldio coordinato dovremmo pagarla tutti - il terzo pilastro non è molto utile sul breve termine e la gente oggigiorno di soldi ne ha bisogno subito. Prelevarli subito dopo averli messi da parte in casi di emergenza sarebbe inutile. Io stesso lo disdetto in quanto ho bisogno di avere soldi a disposizione
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