Tiziano Galeazzi, Deputato UDC e Municipale di Lugano
In Svizzera ogni anno circa 14’000 tonnellate di materie plastiche finiscono nel suolo o in acqua.
Tra le principali cause di questo fenomeno figura anche l’usura dei pneumatici e il littering. È quanto emerge da un recente studio commissionato dalla Confederazione attraverso l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM). Oltre la meta di questa plastiche, si stima, sono le cosiddette microplastiche che rimangono nell’ambiente per diversi decenni o addirittura secoli prima di essere smaltite. A questo proposito nel febbraio del 2018 inoltrai un’Interrogazione “Microplastiche nei nostri laghi, c’è da preoccuparsi?” (nr 16.18) che riportava altri atti parlamentari precedenti ed evidenziava ulteriormente la preoccupazione nei nostri due laghi principali Verbano e Ceresio. Ad attirare l’attenzione il volume di questi inquinanti, estremamente critico: 213’500 microplastiche per chilometro quadrato. Un dato allarmante, questo, frutto di uno studio recente e, nemmeno il Lago Ceresio è messo tanto bene. Sono oggi contento che il Governo abbia preso coscienza di questa criticità, mentre preoccupato, ovvio, per il fenomeno in crescita constante. Con una mozione cantonale (nr 1368) del 20 febbraio 2019 chiesi esplicitamente al Governo cantonale di andare oltre e mappare anche le aziende sul territorio a contatto diretto con prodotti o materie utilizzate che nel loro ciclo di vita rischiassero di entrare nel contesto descritto sopra.
Incentivi ad aziende virtuose con lo scopo di sostituire tali prodotti di base. In questo caso però la risposta ricevuta dal CdS non fu proprio quanto mi aspettai. Ritengo sia importante poter migliorare e insistere su campagne di sensibilizzazione nei confronti della comunità oltre naturalmente anche all’industria che produce materiali potenzialmente inquinanti. Non dimentichiamo che oltre a soffrire l’ambiente e la fauna ittica, in pericolo vi è anche la catena alimentare che giunge in tavola a noi quotidianamente.
Visto poi che i due laghi principali in territorio ticinese sono in parte condivisi con l’Italia, il medesimo impegno va sostenuto anche con le autorità italiane e qua un ruolo fondamentale lo ha la Regio Insubrica nella quale è presente anche una parte della politica ticinese con le Regioni di Lombardia e Piemonte.