Nella riunione del 3 e 4 febbraio, la Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale (CAG-N) ha rifiutato di depenalizzare l'interruzione volontaria di gravidanza. Benché si tratti di un diritto fondamentale, attualmente l’interruzione di gravidanza è soggetta al diritto penale. Questa incoerenza deve essere corretta con urgenza. Il Consiglio nazionale deve ora assumersi le proprie responsabilità.
Il CAG-N ha discusso un'iniziativa parlamentare che consideri l'interruzione volontaria di gravidanza come una questione sanitaria e non penale. Purtroppo però questa iniziativa è stata respinta. «L'interruzione volontaria di gravidanza è un diritto, il diritto delle donne di disporre del proprio corpo come meglio credono», afferma la consigliera nazionale socialista Tamara Funiciello. «Tuttavia, questo diritto è lungi dall'essere acquisito: in molti Paesi, e anche in Svizzera, i movimenti politici lo stanno oggi rimettendo in discussione».
Per il PS è chiaro che l'interruzione volontaria di gravidanza non può trovare spazio nel codice penale. Il Partito è già intervenuto su questo tema, in particolare, attraverso una mozione presentata nel 2020. Il sistema giuridico deve essere urgentemente riformato, in particolare è indispensabile che non sia più necessario dichiarare una situazione di pericolo per la salute per potervi ricorrere. «Togliere l'interruzione volontaria di gravidanza dal codice penale contribuirebbe a contrastare la sua stigmatizzazione. Non sarebbe più vista come una questione penale, ma come un diritto all'autodeterminazione delle donne», conclude Tamara Funiciello.
Il PS si impegnerà affinché il Consiglio nazionale modifichi questa decisione.