Candidato al Gran Consiglio, Copresidente giovani verdi liberali Ticino.
Ha fatto molto discutere il caso della casa editrice che ha fatto stampare dei libri per bambini di Roald Dahl cambiando delle parole o frasi che, per gli standard di oggi, sono ritenute politicamente scorrette. Un caso che ha innescato il dibattito tra chi sostiene questi interventi e chi li condanna. Nello stesso filone si inseriscono le discussioni che riguardano i libri di James Bond, ma anche statue, monumenti e pure cibi (si pensi al moretto) che per qualche ragione cozzano con i valori e la sensibilità della società moderna.
Da bambino adoravo le storie di pirati ambientate in India e in Malesia scritte da Salgari, scrittore della seconda metà dell’’800. Nonostante Salgari per i tempi fosse senza ombra di dubbio una persona estremamente aperta e affascinata da popoli lontani (dei suoi eroi quasi nessuno è occidentale), nei suoi libri usa molte parole e descrizioni che per i canoni odierni sono inaccettabili. Le donne sono “fanciulle” che svengono ogni volta che il pericolo si avvicina, mentre la contrapposizione tra le società occidentali “civilizzate” e quelle di “selvaggi” (essenzialmente, i non-bianchi) si manifesta in una moltitudine di situazioni. Sarebbe stato meglio se tra le mani avessi avuto un libro “ripulito”? Io non credo. Già da bambino mi rendevo conto che le righe che leggevo erano scaturite dalla penna di una persona vissuta in una società completamente diversa da quella che conoscevo io. Proprio perché queste parole o rappresentazioni delle donne cozzavano con la mia realtà, io mi ponevo delle domande. Così percepivo l’enormità dei cambiamenti sociali avvenuti tra l’epoca di Salgari e gli anni 2000 e ne capivo l’importanza.
Per provocare un po’ e portare il ragionamento all’estremo, possiamo chiederci se non sia il caso di ripulire i libri di storia dai capitoli sulla Seconda Guerra Mondiale. Gli ideali di supremazia della razza, i nazionalismi violenti, i genocidi e tutti gli altri orrori di quegli anni ci fanno rabbrividire. A qualcuno verrebbe la tentazione di voltare pagina, per non vedere, ma è qualcosa che, come società, possiamo raccomandare? Certo che no. È chiaro che un paragone tra un libro per bambini e un manuale di storia regge fino a un certo punto. Tuttavia, film e libri a scopo ludico rappresentano una parte altrettanto importante della nostra educazione e “ripulirli” corrisponderebbe a un impoverimento.
Son convinto che, se l’obiettivo finale è quello di educare e far crescere la società, sia meglio confrontarsi con ciò che ci disturba, per contestualizzarlo e capirlo, con l’aiuto della famiglia e della scuola. Al contrario, cancellare ciò che ci mette a disagio funge da placativo, ma per finire alimenta l’ignoranza. E una società ignorante non può progredire.