Mirella Mozzini Scolari, Candidata PLRT per il Gran Consiglio
Molte delle cose che oggi consideriamo certe, sicure, prima o poi saranno smentite o superate da nuove idee, nuove verità, nuove modalità di lavoro. Prendiamo l’esempio delle professioni del meccanico per macchine da scrivere, tipografo, mestieri spariti o completamente rinnovati. Nella vendita, chi avrebbe immaginato 10 anni fa il proliferarsi di una miriade di negozi, con relativi posti di lavoro, per la vendita la riparazione di telefonini?
Anche le conoscenze e le “certezze” in tutti gli ambiti soffrono il concetto di emivita, cioè il tempo che ci vuole affinché decade la metà della radioattività di elemento chimico come l’uranio. Si ritiene che l’emivita delle conoscenze nell’ambito della fisica sia di 10 anni, nella medicina di 5 anni, nell’economia 8 anni. Questo significa che dopo un certo numero di anni solo il 50% del sapere è ancora valido. L’altro 50% è superato da altre idee, altre verità. Purtroppo non sappiamo cosa ci sarà fra cinque anni e quale 50% delle nostre certezze sarà ancora valido.
La formazione di base e continua deve trasmettere quindi specifiche e rinnovate informazioni delle professioni e stimolare negli studenti l’interesse per perpetuare l’acquisizione di conoscenze lungo la vita intera. Altro aspetto sempre più importante è migliorare le competenze nelle relazioni umane, nella gestione crisi e nella conduzione dei gruppi di lavoro.
La formazione continua permette di mantenere la competitività sul mercato del lavoro, di adattarsi alle nuove tecnologie e metodologie, di ampliare le proprie competenze e di crescere professionalmente. Permette inoltre di mantenere una mente aperta e flessibile, pronta ad accogliere nuove idee e a cogliere opportunità. In un mondo in continuo cambiamento e in rapida evoluzione, la formazione continua diventa sempre più importante per garantire il successo personale e professionale.