Leandro De Angelis, membro direzione PVL
I contrari alla Legge sul clima dicono che i grandi inquinatori, Cina in primis, non farebbero nulla per lottare contro il cambiamento climatico, e quindi anche noi siamo giustificati a fare lo stesso. Questo soprattutto dato che, secondo loro, rappresenteremmo solo lo 0,1% delle emissioni di CO2 e che saremmo molto virtuosi a livello di impatto pro capite. Peccato che in queste parole siano contenuti due errori.
Il primo è quello di dire che siamo virtuosi perché emettiamo circa 4 tonnellate di CO2 pro capite all’anno, un dato molto simile alla media a livello globale. Anche astraendo dal fatto che 4 tonnellate sono comunque molte di più delle 2,3 che, secondo l’Istituto Europeo di Politica Ambientale sarebbero sostenibili per l’ecosistema Terra, rimangono dei problemi non da poco. Questa cifra tiene conto solo delle emissioni causate all’interno dei confini nazionali e in tal modo ci si dimentica del fatto che buona parte dei beni che consumiamo – automobili, televisori, smartphones, acciaio, … - arrivano dall’estero. Quando un’auto viene prodotta in Germania o uno smartphone in Cina, le emissioni di CO2 vengono attribuite a quei paesi, anche se in realtà sono un risultato diretto del nostro consumo. Se si tiene conto di tutto ciò, le emissioni pro capite della Svizzera triplicano, rivelando un impatto pro capite di circa 14 tonnellate all’anno. Questo dato colloca la popolazione svizzera al 16. posto a livello globale per le emissioni pro capite, poco dietro gli USA, ma ben davanti alla Germania, l’Italia o la Cina, con rispettivamente 10, 7 e 7 tonnellate di CO2 pro capite annuali.
Il secondo errore è quello di dire che all’estero nulla si muove e che dunque siamo giustificati ad avanzare a rilento pure noi. Anche senza soffermarci a discutere dei problemi a livello etico di questa affermazione (che sorvola sulla nostra responsabilità storica in quanto paese benestante e che emette gas serra da secoli), bisogna far notare che ci sono dei paesi che, a livello di energie rinnovabili, stanno ingranando una marcia in più. Secondo i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, solo nel 2022 la Cina ha installato impianti fotovoltaici per una potenza complessiva attorno ai 100 GW, pari a 100 volte la centrale nucleare di Gösgen. Con questa cifra, la Cina ha superato ampiamente sia l’UE che gli USA, che hanno costruito rispettivamente circa 40 e 20 GW. Lo stesso discorso vale per l’eolico on-shore: la Cina nel 2022 ha creato impianti per oltre 30 GW, mentre UE e USA insieme sono arrivati a circa 20 GW. Per il 2023 e il 2024 è previsto che questo scarto aumenti ancora, e di parecchio.
Inoltre, non va dimenticato il fatto che, quando un governo autoritario decide di cambiare direzione, lo fa rapidamente e senza curarsi di eventuali problemi causati alla popolazione nel corto termine. Si espropria, si costruisce e si avanza, senza badare ai danni collaterali. Questo è un approccio che in un paese democratico e con uno stato di diritto forte come il nostro non si può – per fortuna – seguire. Noi dobbiamo pianificare sul lungo termine e procedere passo per passo: proprio quello che si intende fare con la Legge sul clima. Tutte ragioni per votare “sì”.
Leandro De Angelis, membro direzione PVL