di Alberto Polli
LUGANO -
Mi sembra di essere tornati a 20 anni fa quando si trattava di eliminare il fumo dai locali pubblici. Anche allora la maggiore parte dei politici e operatori della ristorazione era contraria. Poi il popolo ha deciso e tutti di sono ricreduti.
Mettiamo sul tavolo della discussione alcuni dati di fatto:
- Le strade svizzere sono gratuite per i viaggiatori esteri (ad eccezione della vignetta da fr. 40.- che permette di utilizzare l’autostrada), non è così per gli svizzeri che utilizzano la rete viaria estera.
- la media di passaggi sotto il San Gottardo è di 17'000 veicoli giornalieri mentre sono circa 7'000 quelli che transitano sotto il San Bernardino;
la maggior parte è in transito e non si ferma in Ticino;
Se la base legale per far pagare un pedaggio sotto i passi alpini non c’è, ci si deve adoperare per crearla.
Un altro punto da mettere in conto è il fatto che il pedaggio lo debbano pagare tutti coloro che vi transitano con autoveicoli non immatricolati in Svizzera. Gli Svizzeri pagano la vignetta (il cui costo si potrebbe anche adeguare) e ciò basta e avanza. Se invece si vuol far pagare il pedaggio anche alle auto immatricolate in Svizzera sicuramente si può trovare un metodo di ristorno e/o di compensazione.
È un dato di fatto che la maggior parte è in transito e non si ferma in Ticino e non fa nemmeno rifornimento di carburante in Svizzera. Orbene perché non sfruttare questo flusso di autoveicoli che va da Nord verso Sud e viceversa per invogliare i vacanzieri a fermarsi in Ticino/Uri/Grigioni e quindi a favore del turismo?
Risolto il problema della base legale (e di non far pagare il pedaggio agli Svizzeri) si tratta di decidere l’importo. Ecco un’idea nuova: si può proporre 100.- (cento) franchi a passaggio con un ristorno di fr. 80.- per coloro che si fermano almeno una notte in Ticino, Uri o Grigioni. Sarebbero soldi che entrerebbero nel turismo di questi Cantoni. 17'000 più 7'000 passaggi al giorno farebbero poco meno di 2,5 milioni all’anno. Alla fine di ogni mese ogni ristoratore invierebbe i buoni (il biglietto/il vaucher) ad un ufficio preposto del turismo (non necessariamente creato ad hoc) che provvederebbe a pagare il dovuto al ristoratore.
I buoni potrebbero anche essere cumulabili e con validità di un anno, in modo che dopo un certo numero di volte il turista si troverebbe in tasca una vacanza già pagata in anticipo in questi Cantoni. Il prezzo di 100.- l’ho buttato là. Quantitativamente se ne può discutere e valutare l’entità e magari la dicitura. Se non va bene “pedaggio” perché in contrasto con qualche regolamento europeo si trovi un altro nome tipo “quota turistica”, “tassa o contributo di collegamento alpino” o qualcosa di simile.
L’idea è molto semplice ed attuabile e il turismo ticinese, urano e grigionese ne beneficerebbe senza spendere un soldo in pubblicità. Quindi niente discriminazione ma un beneficio! Parliamone pure! Ma il “pedaggio” deve essere pagato dai turisti che usano i nostri trafori.