Giovanna Viscardi
Il 7 settembre il Regno Unito e la Commissione europea hanno annunciato di aver raggiunto un accordo sull'associazione ai programmi europei Horizon Europe e Copernicus, dopo molti mesi di esclusione dovuta a un disaccordo sull'attuazione della Brexit. E la Svizzera?
Dalla decisione del Consiglio federale del 26 maggio 2021 di porre fine ai negoziati sull'accordo quadro istituzionale tra la Svizzera e l'UE, la Svizzera ha perso lo status di Paese associato a Horizon Europe e da allora partecipa solo su base ristretta, come Paese terzo. Di conseguenza, la Svizzera è stata esclusa dalle borse di studio europee più prestigiose e ha perso la possibilità di coordinare progetti per i ricercatori con sede in Svizzera. In breve ciò significa una perdita di finanziamenti e di reputazione per la comunità scientifica e per le sue istituzioni di formazione e ricerca.
Si tratta anche di una perdita reale di guadagni per l'economia, poiché molti fondi per il mondo della ricerca e dell’innovazione non sono più accessibili alle aziende svizzere.
Dal febbraio 2022, la comunità scientifica europea si è mobilitata nell'ambito dell'iniziativa ‘Stick to Science’ per chiedere ai politici di trovare una soluzione rapida per l'associazione della Svizzera e del Regno Unito, al fine di preservare le collaborazioni scientifiche costruite in Europa nel corso dei decenni.
Per le università svizzere, infatti, resta imperativo - nonostante l'introduzione da parte della Confederazione di una soluzione transitoria volta a mitigare il mancato accesso a Horizon Europe- un rapido ritorno alla piena associazione con i programmi europei di ricerca e istruzione.
Non di soli soldi si parla: i ricercatori eccellenti presenti in Svizzera, conosciuti in tutto il mondo, hanno bisogno di reti di collaborazioni internazionali. La conoscenza, la ricerca e l’innovazione non hanno confini ed essere esclusi dalla rete europea significa praticamente essere isolati nella comunità scientifica pur avendo qualcosa di importante da dire. Non muoversi significa che i nostri ricercatori si sposteranno inevitabilmente al di fuori della Svizzera per continuare i loro progetti. Questa si chiama fuga di cervelli.
Come sottolinea swissuniversities "la conoscenza e l'istruzione sono tra le risorse più importanti della Svizzera. Se le università si indeboliscono, anche la Svizzera come piazza economica perde la sua attrattiva. È quindi nell'interesse generale della società impedire l'erosione della posizione internazionale della Svizzera come centro della conoscenza e dell'istruzione".
Alcuni Cantoni, tra cui i due Cantoni di Basilea, Ginevra e -più recentemente- il Cantone di Vaud, hanno espresso la loro profonda preoccupazione presentando iniziative cantonali che invitano il Consiglio federale a prendere tutte le misure necessarie per reintegrare al più presto la Svizzera nell'Orizzonte Europa.
Come candidata ticinese al Consiglio nazionale, anch'io desidero inviare un segnale forte non solo alle nostre università per sostenerle nei loro sforzi di denuncia della situazione attuale, ma anche al nostro governo affinché si trovi una soluzione rapida, sull'esempio del Regno Unito.