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LEANDRO DE ANGELISI populismi e la minaccia alla democrazia

14.07.24 - 08:53
Leandro De Angelis, presidente Giovani verdi liberali Ticino
LEANDRO DE ANGELIS
I populismi e la minaccia alla democrazia
Leandro De Angelis, presidente Giovani verdi liberali Ticino

L’annunciata vittoria del Rassemblement National (RN) alle elezioni francesi non è avvenuta, perché le forze di centro e di sinistra hanno avuto la prontezza di allearsi. In Europea sono moltissime le persone che hanno tirato un sospiro di sollievo, e a ragione. La vittoria di RN in un paese importante quale la Francia avrebbe conseguenze gravissime, per più ragioni.

La prima è che l’ascesa dei populisti di destra è dannosa per la democrazia. A prescindere dalle politiche che portano avanti, questi movimenti tendono a sorridere all'estremismo violento. Una parte piccola, ma non trascurabile del loro elettorato è composta da fanatici che rimpiangono regimi come quelli fascista e nazista. Il fatto che la leadership di questi partiti non condanni con fermezza queste correnti è gravissimo, poiché ideologie antidemocratiche vengono così legittimate. Non c’è dunque da stupirsi che si arrivi a episodi come il recente raduno di Gioventù Nazionale - l’ala giovanile del partito della premier Meloni - nel quale, come mostrato da un’inchiesta di Fanpage.it, i partecipanti si sono intrattenuti con inni al Duce, slogan nazisti (“Sieg heil”) e insulti razzisti ed omofobi. Certo, la Meloni ormai si deve presentare come una capo di governo rispettabile a livello europeo e quindi in seguito ha condannato quanto successo, ma se si è arrivati a questo punto è perché lei stessa ha passato anni ad aizzare i suoi seguaci, senza imporre limiti.

Infine, i populisti si sono distinti in più casi per promuovere politiche che danneggiano attivamente la democrazia. Emblematici sono i casi dell’erosione dell'indipendenza del potere giudiziario in Polonia, l’aumento del controllo statale sui media in Ungheria, ma anche gli sforzi del governo Meloni per trasformare la RAI nel proprio canale di propaganda. Sforzi poi condannati da giornalisti italiani e internazionali e che hanno preoccupato anche la Commissione dell’UE. Il disprezzo per i media della Meloni si è dimostrato anche di recente: all’inchiesta di Fanpage citata prima, la premier ha reagito attaccando i giornalisti che si erano infiltrati alla riunione di Gioventù Nazionale. Quando invece avrebbe dovuto lodarne il coraggio e preoccuparsi piuttosto della nostalgia di Gioventù Nazionale per regimi autoritari e responsabili dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale e un genocidio.

Tutto questo per dire: il fatto che RN non abbia vinto le elezioni parlamentari è un bene per la Francia, ma anche per l’Europa e per il mondo. Dobbiamo solo sperare che non vincano le presidenziali. Mentre politici e partiti di centro devono darsi da fare per alleviare quel malessere sociale alla base della crescita dei populismi. Una sfida non da poco, ma di centrale importanza, dato che in gioco è la democrazia stessa.

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