I passi falsi e le incongruenze sui test Covid potrebbero costare a Nole una pena severissima.
Dal punto di vista sportivo l'ATP ha già chiarito che «qualora un giocatore venisse scoperto a falsificare il risultato di un tampone, è prevista una squalifica di tre anni».
MELBOURNE - Mentre si allungano ulteriormente i tempi del verdetto sul visto di Novak Djokovic, sempre a forte rischio espulsione dall'Australia, le autorità dell'immigrazione stanno esaminando attentamente una serie di errori e discrepanze che non dovrebbero far dormire sonni particolarmente tranquilli al tennista di Belgrado.
Se in un primo momento il focus era unicamente incentrato sulla vicenda sportiva (giocherà o meno), ora, dopo le ammissioni dello stesso Nole - errori anche importanti su regole Covid e modulo d'ingresso in Australia - la situazione sta prendendo una brutta piega.
«Possiamo rivelare che l'indagine del dipartimento degli Affari interni sulla star del tennis è stata ampliata per includere la sua violazione delle regole sull'isolamento in Serbia, le dichiarazioni errate sul formulario di ingresso in Australia relativo ai viaggi e le incongruenze sulla data del suo test per il Covid-19», si legge su diverse testate australiane. Sulla base del "Crime Act", la massima pena prevista per una dichiarazione falsa sul test Covid è di cinque anni di carcere.
Premesso che in carcere Nole non ci andrà e le eventuali conseguenze della vicenda saranno principalmente circoscritte al lato sportivo, lo scenario non è comunque dei più rassicuranti. Proprio dal punto di vista sportivo anche l'ATP ha già messo in chiaro che, «qualora un giocatore venisse scoperto a falsificare il risultato di un tampone, è prevista una squalifica di tre anni».