Il portiere della Juve dentro e fuori lo spogliatoio: «Non c’è nulla di certo nella vita».
«Il ritorno in bianconero? Credo nel fato».
TORINO - A gennaio ha compiuto 43 anni ma, a differenza di quasi tutti i calciatori, non ha ancora smesso la divisa per godersi una lunghissima vacanza. Fisicamente e mentalmente ancora competitivo, Gianluigi Buffon è ancora lì, al centro d’allenamento e poi in campo per la sua Juventus. Certo, non è più titolarissimo ogni partita, il campione toscano è però una delle colonne dei bianconeri, nello spogliatoio e - quando chiamato in causa - sul rettangolo di gioco. Ma per quanto ancora?
«Ho imparato che non c’è nulla di certo nella vita - ha raccontato Gigi al Guardian - Nella mia testa ho posto un limite alla mia carriera da giocatore: giugno 2023. Ma potrei ritirarmi tra quattro mesi. Ricordo com'ero e so come sono ora e credo che sia importante che a volte le cose vadano male. Penso che se uno non commette errori e, per questi, non paghi le conseguenze, allora non impara mai. Credo molto nel fato e quando la Juventus mi ha richiamato ho pensato: “Magari c’è una ragione, magari c’è un’altra storia da scrivere”».
Intanto, come tutti, Buffon ha visto la sua vita stravolta dal virus. «Il primo mese di lockdown, devo ammetterlo, per me è stato bello. Ho avuto tempo per me stesso come mai mi era capitato nella vita. Ho potuto passare del tempo con mia moglie e con i miei figli; ne ho quindi approfittato e ho apprezzato questi momenti. Poi è diventato pesante».