Al Sachsenring, in un sol colpo, lo spagnolo ha perso la cappa e la testa
“Tornerò più forte”. L'inizio del 2024 sembrava dargli ragione, eppure...
HOHENSTEIN-ERNSTTHAL - "Don’t crack under pressure". La pubblicità di un noto orologio sembrava aver trovato in Jorge Martin il nuovo, perfetto testimonial. Al di là delle polemiche usate ad arte sul rendimento delle gomme nel finale della scorsa stagione (ricordate il Qatar?), nel 2023 c’era stato molto di Jorge nel secondo Mondiale consecutivo vinto da Francesco Bagnaia, tra errori pacchiani - la caduta in Indonesia mentre stava comandando con un vantaggio abissale sui rivali, il disastro nel GP finale di Valencia quando in piena confusione arrivò a tamponare maldestramente Marc Marquez - e di presunzione. Come in Australia aveva dimostrato una superiorità netta, eppure anziché adeguarsi agli altri, sbagliò clamorosamente la gomma, perdendo nel finale una gara già vinta.
“Tornerò più forte” aveva promesso Martin, arrabbiato anche per la seconda promozione mancata nel team interno della Ducati a scapito di Bastianini. L’inizio di questo 2024 sembrava dargli ragione, velocissimo e vincente dalla Sprint d’esordio in Qatar, per poi portarsi a casa assieme al GP del Portogallo, anche la momentanea leadership in campionato. In Spagna, però, dopo una Sprint perfetta, ecco il primo segnale che qualcosa ancora non funzionava come dovrebbe: giù all’improvviso nella prima fase di gara, mentre era in testa tallonato da un Bagnaia cattivissimo. Lo stesso errore che ha poi ripetuto cadendo alla San Donato nella Sprint del Mugello – in un weekend comunque per lui difficilissimo a livello psicologico per l’ennesima promessa Ducati che svaniva sempre più ora dopo ora, aggravato anche dal secondo posto perso un po’ da pivello la domenica all’ultima curva dell’ultimo giro –, e poi, ancora con l’ombra di Pecco sempre più minacciosa alle sue spalle, domenica al Sachsenring. Dove, in un colpo solo Martin ha perso la cappa (la gara) e la testa (del Mondiale).
“Devo capire perché cado sempre allo stesso modo” ha detto in Germania e in questa frase c’è tutto lo spartiacque di una carriera. Ogni pilota sa di dover mettere in conto tante cadute durante una carriera, ma i campioni quando cadono capiscono perché lo fanno e, da quel momento, iniziano a non ripetersi. Mentre quelli bravi - ma ai quali manca qualcosina per appartenere all’élite - cadono, non capiscono perché e, di conseguenza, sono condannati a ripetere l’errore. Era uscito alla grande, il pilota della Pramac, dal weekend di Assen, "best of the rest", visto che Bagnaia nella Cattedrale è quasi imbattibile. Nella Sprint tedesca di sabato, poi, era riuscito ad allungare ancora in classifica, e altri 5 punti su Pecco sembrava averli messi in cassaforte anche la domenica. Poi, a due giri dalla fine, il patatrac. Che, ancora una volta, ha cambiato tutto. E, adesso, chissà se nella testa di Jorge per colpa della pressione qualche crepa inizia a erodere le sue certezze.