Lo chiede la "Società vegana svizzera", che si dice disposta ad aiutare affinché le pietanze vegane vengano introdotte anche nelle mense militari
BERNA - La "Società vegana svizzera" chiede che anche i seguaci di questa corrente di pensiero possano prestare regolarmente servizio militare. Si tratta di una presa di posizione seguita al caso del giovane vallesano, escluso dall'Esercito perché si è rifiutato di indossare capi di abbigliamento prodotti con derivati animali. Il 19enne ha fatto ricorso.
Stando alla Società, l'esercito esclude i vegani perché non è in grado di garantire loro trattamenti speciali in fatto di alimentazione e di abbigliamento. Gli scarponi, in particolare, costituiscono un problema, perché sono di cuoio.
Daniel Pasche, portavoce dell'esercito, ha confermato che dal 2008 vige una raccomandazione a dichiarare i vegani inabili al servizio, ma al riguardo non ha voluto fornire particolari. La questione degli scarponi, comunque, è ininfluente, dato che i vegani possono procurarsi, a loro spese, calzature in materiale sintetico.
Lo scorso anno, ha detto Pasche, sono stati 25 i vegani non ammessi al servizio militare, ma nella valutazione sono intervenuti, almeno in parte, anche altri fattori. Soluzioni di compromesso sono invece state trovate per altre categorie di persone con un'alimentazione particolare, quali i vegetariani.
La società vegana, in un comunicato, si dice disposta a dare una mano all'Esercito affinché le pietanze vegane vengano introdotte anche nelle mense militari. A suo dire il numero dei vegani in Svizzera è passato negli ultimi dieci anni da 20mila a 80mila, e la tendenza è al rialzo.