Nella notte tra venerdì e sabato un incendio ha devastato l’Istituto equestre nazionale di Avenches, in cui si trovava anche il "cavaliere" Jean-Bernard Matthey
AVENCHES - Tristezza, desolazione, ma anche riconoscenza. Jean-Bernard Matthey, uno dei più grandi “cavalieri” svizzeri, è colpito da più sentimenti dopo il dramma che si è consumato nella notte tra venerdì e sabato ad Avenches. Un incendio ha divorato l’Istituto equestre nazionale, uccidendo 23 cavalli. Il responsabile non è ancora stato identificato.
Tra gli animali morti figura Dealer d’Occagnes, un cavallo di 4 anni. «Ero appena tornato da un corso che si era tenuto in Francia - racconta Matthey -. Abbiamo viaggiato per tre ore e mezza. Normalmente i miei cavalli dormono fuori d’estate. Ma visto il viaggio e la stanchezza, ho deciso di metterlo nel suo boxe».
Jean-Bernard Matthey è cosciente che il bilancio della scorsa notte sarebbe potuto essere ancora più tragico. «Dormivo profondamente e sono stato svegliato da una telefonata. Una voce di donne diceva piangendo “brucia tutto”. Era pieno di fumo attorno a me. Sono uscito immediatamente». Qualche minuto più tardi Matthey ha scoperto che la voce apparteneva a Stéphanie Pujol-Kratzer, responsabile dei pony. Il “cavaliere” non ha esitato a mostrarle tutta la sua riconoscenza: «Grazie di avermi salvato la vita. Dovevi pensare ai tuoi cavalli e alla tua famiglia, ma non ti sei dimenticata di me».