E che sta raccogliendo le firme online affinché cambi nome, la promotrice: «Termine coloniale», il produttore: «Al mondo ci sono ben altri problemi»
AARAU - È dal 1946 che l'argoviese Dubler produce e vende i tipici cioccolatini farciti di schiuma che tutti noi siamo abituati a chiamare "Moretto". A nord delle alpi invece sono conosciuti con gli appellativi di Mohrenkopf (testa di moro, ndr.) e Tête de negre.
Secondo il neonato Comitato contro i dolci razzisti, però, c'è decisamente qualcosa che non va. Per questo ha lanciato una petizione sul portale change.org per abolire questa nomenclatura «palesemente razzista» riferita alle persone di colore che ha già ottenuto qualcosa come 500 adesioni.
A sostenere la tesi sulle pagine della NZZ Franziska Schutzbach, ricercatrice presso l'Università di Basilea che ha lanciato la campagna stando alla quale «è fondamentale decolonizzare la nostra lingua per evitare un futuro di nuovi drammi legati alla migrazione».
Stando a Dubler, che si difende con l'arma del dubbio, per il nome del loro cioccolatino «ci sono diverse possibili interpretazioni». Meno concilianti i toni del proprietario dell'azienda Robert Dubler che si dice «rattristato, perché ci sono ben altri problemi al mondo».
«Morenkopf non ha un significato negativo», continua Dubler, «quello che determina il significato della parola è il contesto, per noi è sempre stato qualcosa di positivo associato alla dolcezza e al suo colore. Forse tête de negre è un pochino più razzista, in effetti».
Fra i consigli del Comitato c'è anche un cambio di nome in Schokokuss (bacio al cioccolato) come n Germania (dove si chiamavano Negerkuss): «Ma non ci penso nemmeno, ormai è un marchio conosciuto e sinonimo di qualità. Non abbiamo mai cambiato la ricetta dalle origini, figurarsi il nome!».
In Italia, invece, con il termine Moretto vengono chiamati anche alcuni gelati confezionati, di marche diverse, ricoperti di cioccolata.