Sono tutti ritenuti colpevoli di coercizione e in alcuni casi di violazione di domicilio
ZURIGO - Sono quasi tutti tornati in libertà oggi gli 83 attivisti per il clima che lunedì hanno bloccato le entrate di Credit Suisse, sulla centralissima Paradeplatz a Zurigo, e di UBS a Basilea. Per due di loro la procura zurighese ha chiesto la detenzione preventiva.
In base al codice di procedura penale, il pubblico ministero ha 48 ore di tempo per rimettere a piede libero i fermati o per chiedere la carcerazione preventiva. A Zurigo la detenzione preventiva è stata richiesta per due sospettati per i quali esiste «un rischio di fuga o di inquinamento delle prove», scrive in una nota il Ministero pubblico generale
Nella città sulla Limmat le forze dell'ordine hanno posto in stato di fermo due giorni fa 64 persone, fra cui tre minorenni. Per questi ultimi è intervenuta la magistratura dei minorenni. Quattro attivisti sono stati rilasciati ieri, ma i procedimenti nei loro confronti proseguono.
Altri 54 attivisti maggiorenni sono stati liberati questa mattina e nei loro confronti sono stati emanati decreti d'accusa: sono tutti ritenuti colpevoli di coercizione e in alcuni casi di violazione di domicilio. Per un'altra persona rilasciata il procedimento è stato trasferito in un altro cantone.
Dei 61 adulti arrestati, 29 sono uomini e 32 sono donne. 44 sono svizzeri, undici sono di nazionalità tedesca, due sono austriaci e altri due francesi. La nazionalità di due attivisti non è invece nota.
A Basilea fermate 19 persone
A Basilea, dopo lo sgombero degli attivisti che bloccavano l'entrata di UBS sulla Aeschenplatz, sono state 19 le persone arrestate e «sottoposte a un controllo d'identità», scrive oggi in una nota il Ministero pubblico della città sul Reno. Si tratta di 12 uomini e 7 donne e, per nazionalità, di 5 svizzeri, 9 tedeschi, 2 finlandesi, 1 austriaco, 1 greco e 1 persona degli Stati Uniti.
Alcuni dei fermati sono stati rilasciati martedì sera, gli altri oggi. La procura renana ha avviato nei loro confronti procedimenti per i sospetti di coercizione, sommossa, danneggiamento e impedimento di atti dell'autorità.
Solidarietà dai giovani dello sciopero per il clima
Le azioni di lunedì sono state organizzate dal collettivo "Climate Justice", che attraverso i social ha accusato le grandi banche di finanziare azioni dannose per il clima. I dimostranti chiedono alla piazza finanziaria svizzera di ritirare immediatamente qualsiasi investimento nel carbone, nel petrolio e nel gas.
I manifestanti hanno ricevuto la solidarietà dei giovani che da mesi organizzano lo sciopero per il clima. «Per noi, ogni protesta contro chi distrugge il clima, come Credit Suisse e UBS, è giustificata», scrivono alcuni di loro in un testo ripreso oggi dal Tages Anzeiger. Anche Greenpeace ringrazia in una nota gli attivisti «per il loro coraggioso impegno per una maggiore protezione del clima e per un futuro che valga la pena di vivere».