Attorno al nuovo standard di comunicazione mobile c’è un acceso dibattito. Ecco alcune risposte
LUGANO - Entro la fine di quest’anno in Svizzera il 5G sarà disponibile al 90% della popolazione. Lo promette Swisscom, che nelle scorse settimane aveva già installato oltre cento antenne su tutto il territorio. E anche Sunrise ha già attivato la sua rete 5G. Ma il nuovo standard di comunicazione mobile, che rispetto al 4G permette una trasmissione dei dati cento volte più veloce con tempi di risposta più brevi, si sta scontrando con l’opposizione di molti cittadini. Ecco le risposte ad alcune domande sulla nuova tecnologia.
Innanzitutto, cos’è il 5G?
Il 5G è il successore del 4G. Col nuovo standard di comunicazione mobile, i dati potranno essere trasmessi fino a cento volte più velocemente che con il 4G. E con un tempo di risposta ridotto, il controllo a distanza di processi sarà possibile praticamente in tempo reale. Tra le possibili applicazioni si contano per esempio le vetture a guida autonoma.
Quale frequenza utilizza il 5G?
In Svizzera per il 5G vengono utilizzate frequenze nelle bande dei 3,5 GHz. Sinora per le tecnologie precedenti (dal 2G al 4G) venivano e vengono tuttora impiegate quelle comprese tra gli 800 MHz e i 2,6 GHz. Per queste bande si parla di onde centimetriche. Ma per il 5G in futuro potrebbero aggiungersi quelle millimetriche, superiori ai 24 GHz. «Attualmente in Svizzera il loro impiego nella comunicazione mobile non è oggetto di dibattito» afferma un portavoce del Dipartimento federale dell’ambiente DATEC.
Le frequenze del 5G con cosa sono paragonabili?
Secondo l’Ufficio federale delle comunicazioni UFCOM, le attuali frequenze per il 5G si collocano nella stessa gamma di quelle per il 4G. E sono paragonabili con quelle utilizzate dalle reti senza fili (WLAN), che si situano tra i 2,4 e i 5 GHz.
Antenna o telefono: cosa emette più onde?
Un’antenna emette più radiazioni di un dispositivo mobile. Ma noi stiamo più vicini agli smartphone che alle antenne. «Per gli utenti, il dispositivo è la principale fonte di radiazioni. Se in un giorno lo si utilizza un’ora per navigare su internet e cinque minuti per telefonare, il 90-95% di radiazioni a cui si è esposti è dovuto proprio allo smartphone» afferma Martin Röösli, professore di epidemiologia ambientale all’Istituto tropicale e di salute pubblica Svizzero di Basilea.
Come porvi rimedio?
Più il telefono sta lontano dal nostro corpo, meno sono le radiazioni a cui siamo sottoposti. Per telefonare si possono per esempio utilizzare gli auricolari o il vivavoce integrato. Può essere utile anche l’attivazione della modalità volo. E si può evitare di portare il telefono sempre addosso, come per esempio nella tasca dei pantaloni.
Il segnale 5G penetra nel corpo?
Sì, il segnale utilizzato per la comunicazione mobile passa attraverso i muri e penetra nel nostro corpo. Tuttavia: più è alta la frequenza, minore è la profondità di penetrazione. «Le onde millimetriche sono quasi completamente assorbite dalla pelle» dice Röösli.
È vero che le radiazioni dei telefonini sono cancerogene?
Per l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), i campi elettromagnetici dei dispositivi mobili potrebbero essere cancerogeni. Ma non ce n’è ancora la certezza. Uno studio americano condotto su ratti di sesso maschile, per esempio, ha osservato un maggiore rischio di tumore al cuore. Ma gli esemplari sottoposti alle radiazioni hanno vissuto più a lungo degli altri. E il rischio non è cresciuto nelle femmine o nei topi. «Per ora negli esseri umani non è stato osservato un aumento di tumori al cervello che coincida con un maggiore utilizzo del cellulare negli ultimi trent’anni» afferma Röösli. Un rischio residuo non può essere escluso al 100%. Ma sarebbe comunque inferiore a quello dovuto al fumo o agli inquinanti atmosferici.
Cos’è più pericoloso: 30 minuti al sole o la rete 5G?
È tutta una questione di quantità. «Dipende dall’intensità dell'irraggiamento solare e dalle radiazioni emesse dalla rete 5G. È comunque chiaro, che per l’OMS i raggi ultravioletti del sole sono classificati come effettivamente cancerogeni» sottolinea Röösli.
Con la pioggia la ricezione del segnale 5G peggiora?
Sì, in effetti le condizioni meteorologiche influenzano la rete di comunicazione mobile, indipendentemente dal 5G. Tuttavia tale impatto non è così importante. «Quanto nell’aria c’è umidità, per esempio durante una precipitazione o in presenza di nebbia, le onde elettromagnetiche impiegate per la trasmissione dei dati subiscono un’attenuazione» spiega Armin Schädeli, portavoce di Swisscom. Si assiste quindi a una diminuzione della copertura dell'antenna, portando a un peggioramento della ricezione in una determinata area.
Perché per il 5G servono più antenne?
La maggior parte delle antenne esistenti nelle zone urbane sfrutta già tutto il contingente disponibile per le radiazioni, scrive l’UFCOM. Per il 4G e il 5G possono essere utilizzati nuovi modelli di antenne. E le cosiddette antenne adattive sono in grado di trasmettere i dati in modo mirato agli utenti, riducendo al tempo stesso le emissioni nelle altre direzioni. Anche per le antenne 5G,sottolinea ancora l’UFCOM, vale l’attuale quadro legale.
È vero che le radiazioni del 5G uccidono le api?
Sull’attuale edizione della rivista di Pro Natura si legge che gli insetti, in particolare le api mellifere, assorbirebbero maggiormente le onde elettromagnetiche prodotte dalla tecnologia 5G. «Secondo uno studio teorico, nell’ambito delle onde millimetriche - non il 5G odierno - negli insetti l’assorbimento sarebbe un po’ più elevato, dato che le piccole strutture sarebbe in risonanza con la lunghezza d’onda e funzionano come un antenna. Se questo per gli insetti rappresenti un problema non è però chiaro e non ancora ancora stato possibile dimostrarlo» dice Röösli.
Come mai il 5G fa così tanta paura?
Può esserci tutta una serie di motivi. «A mio parere ha molto a che fare con altri aspetti negativi della digitalizzazione e anche con la mancanza di una conoscenza sulle radiazioni emesse» afferma Röösli. Il 5G viene inoltre promosso come una tecnologia più veloce ed efficiente: «Il 5G rappresenta anche uno stile di vita che molte persone rifiutano e considerano superfluo» ancora Röösli.
Come mai c’è tanta opposizione al 5G?
I timori fanno sicuramente la loro parte. Ma Röösli sottolinea: «Bisogna comunque essere consapevoli del fatto, che ogni anno si rileva un forte aumento dei dati trasmessi attraverso le reti mobili. Senza il 5G, a medio termine saranno necessarie molte più antenne». Questo perché gli attuali standard 3G e 4G non sono in grado di fare fronte a una tale quantità di dati. «Se si vuole davvero ridurre l’esposizione alle radiazioni, la popolazione si dovrebbe allora limitare nell’utilizzo della comunicazione mobile. Per esempio evitando lo streaming di video sulla rete mobile. Oppure utilizzando, all’interno degli edifici, soltanto la trasmissione di dati via cavo. L’impiego di tecnologia obsoleta e inefficiente al posto di introdurre il 5G è però definitivamente controproducente e porta alla fine a una maggiore irradiazione dell’ambiente».