Sarà quindi necessario chiarire se la dipendenza da sostanze diagnosticata da specialisti influisce sulla capacità lavorativa della persona interessata
LOSANNA - Il Tribunale federale (TF) ha modificato la giurisprudenza sul diritto alle rendite dell'assicurazione invalidità (AI) in caso di tossicodipendenza. In futuro, la tossicodipendenza dovrà essere valutata al pari di una malattia mentale.
Sarà quindi necessario chiarire, tramite uno schema di valutazione normativo strutturato con indicatori, se la dipendenza da sostanze diagnosticata da specialisti influisce sulla capacità lavorativa della persona interessata. Finora, la tossicodipendenza in quanto tale non giustificava, in linea di principio, il riconoscimento di un'invalidità ai sensi della legge. Una dipendenza era rilevante per l'assicurazione invalidità solo se si era sviluppata in seguito a una malattia o se era la causa di una patologia o di un infortunio.
La vecchia giurisprudenza partiva dalla premessa che ogni persona è responsabile della propria condizione e che ogni dipendenza poteva essere trattata con l'astinenza. Vista l'evoluzione delle conoscenze mediche, il TF ha stabilito che questa definizione non era più applicabile.
Da un punto di vista medico, una dipendenza corrisponde ad un fenomeno di natura patologica. È quindi necessario, come per altri disturbi mentali per i quali si applicano criteri oggettivi, chiedersi se l'interessato può esercitare un'attività (adeguata) a tempo pieno o a tempo parziale, precisa l'Alta corte.
I giudici di Mon Repos hanno quindi accolto il ricorso di un uomo dipendente da psicofarmaci e oppioidi che aveva richiesto, senza successo, una rendita di invalidità. Essi hanno concluso che la perizia psichiatrica effettuata sulla persona interessata, dal quale risulta un'incapacità lavorativa a causa della tossicodipendenza, soddisfa i requisiti di «una valutazione normativa e strutturata».