Le autorità lo raccomandano, i sindacati invocano orari flessibili. I datori di lavoro: «Non è una prescrizione».
ZURIGO - Lavarsi regolarmente le mani, evitare le strette di mano e tenere una certa distanza dalle altre persone: le raccomandazioni finora diramate dalle autorità non bastano più. Venerdì, il ministro della Sanità Alain Berset ha infatti invitato gli svizzeri a evitare gli orari di punta sui mezzi pubblici e i datori di lavoro a essere conseguentemente più flessibili sull’orario d'inizio e fine del lavoro. Ma sarà una disposizione applicabile?
Per i sindacati non c’è alternativa: «Ora bisogna remare tutti nella stessa direzione», sottolinea sentito da 20 Minuten Corrado Pardini, direttore della Sezione industria di Unia. Soprattutto laddove è possibile concedere maggiore flessibilità, i datori di lavoro devono adattare gli orari in maniera personalizzata, sostiene il sindacalista.
Dello stesso avviso è anche Adrian Wüthricht, presidente dell’associazione mantello Travail Suisse: «Ipotizzo sia anche nell’interesse del datore di lavoro seguire le raccomandazioni del Consiglio federale», afferma. «Se i datori di lavoro si opponessero, suggerisco ai dipendenti di chiedere aiuto a un sindacato», aggiunge.
L’Unione svizzera degli imprenditori mette le mani avanti: quelle del Consiglio federale sono raccomandazioni e non prescrizioni. Ma precisa: «I datori di lavoro dovrebbero concedere modelli di lavoro flessibili ogni qual volta possibile», consiglia il portavoce Fredy Greuter. Per alcune attività come i cassieri o gli insegnanti, puntualizza però, le possibilità di modifica sono limitate.