Dovendo restare aperti, sono confrontati a diverse incertezze
BERNA - Asili nido, famiglie diurne e altre strutture d'accoglienza per bambini - che a differenza delle scuole in linea di principio devono restare aperti - sono confrontate a grandi sfide e incertezze nell'attuale crisi del coronavirus. L'associazione del ramo Kibesuisse chiede pertanto soluzioni perché venga garantita la liquidità così come un'estensione degli accordi di prestazione.
Chiusure in seguito a casi di penuria di personale per malattia sono uno scenario possibile per il quale servono presto misure finanziarie, ad esempio forme estese di lavoro ridotto. Anche per le famiglie diurne la situazione attuale comporta drastiche riduzioni delle entrate, perciò la Federazione svizzera delle strutture d'accoglienza per l'infanzia Kibesuisse chiede la creazione di un fondo d'emergenza per evitare insolvenze.
In un comunicato l'organizzazione ricorda inoltre che l'applicazione delle disposizioni federali diverge molto tra i cantoni, e ciò suscita grande incertezza tra le istituzioni così come tra i genitori. Molti cantoni invitano questi ultimi ad accudire loro stessi i propri figli e a dare la precedenza a chi non può farlo così da sgravare le strutture d'accoglienza. Questo atto di solidarietà - viene messo in chiaro - non esonera i genitori dal pagamento dei contributi: è assolutamente necessario che le istituzioni siano a disposizione anche dopo la crisi del coronavirus.
Kibesuisse mette anche in guardia dalla creazione di strutture parallele, in quanto i bambini piccoli hanno bisogno del contesto e delle persone di riferimento cui sono abituati. Piuttosto sarebbe utile la creazione di enti di coordinamento.