Severin Schwan è convinto che ci vorrà molto tempo. Roche intanto lavora sui test sierologici per scovare gli anticorpi
BASILEA - Domani inizieranno i primi test sperimentali sull'uomo per il vaccino anti coronavirus sostenuto dal governo britannico e attualmente allo studio del team di ricercatori dell'Università di Oxford. Ma niente fretta. La sua disponibilità non avverrà in tempi brevi come molti sperano e credono. Ne è convinto Severin Schwan, presidente della direzione del gigante farmaceutico Roche.
«Personalmente trovo che il calendario previsto di 12-18 mesi sia ambizioso, viste le sfide che si hanno di fronte», ha affermato il Ceo durante una conferenza telefonica di presentazione dei risultati trimestrali.
Test sierologici per puntare alla normalità - Roche stessa non è attiva nel settore dei vaccini e non lo sarà in futuro. Tuttavia l'azienda renana è fortemente impegnata nello sviluppo di un test sierologico per la rilevazione di anticorpi in individui che sono stati esposti al virus. «L'accento è posto sull'affidabilità», ha detto Schwan. I test già disponibili sul mercato - spesso di fornitori cinesi - sono di solito pessimi. «La qualità richiede tempo», ha sottolineato il manager.
Il prodotto di Roche dovrebbe essere pronto all'inizio di maggio. Secondo il numero uno del gruppo la disponibilità di test affidabili rappresenterà «un grande passo avanti verso la normalità».
Meno gente dal medico, meno farmaci, meno incassi - Con questi articoli l'impresa spera di compensare, almeno in parte, l'impatto della pandemia di Covid-19 sul regolare andamento degli affari. Nelle situazioni di confinamento infatti molti pazienti non vogliono o non possono vedere il loro medico e non si recano in ospedale. Per paura di contrarre un'infezione, anche le persone con malattie croniche potrebbero rimandare o cancellare gli appuntamenti con il dottore.
Di conseguenza non vengono effettuati i trattamenti necessari, anche con i farmaci di Roche, e non vengono promosse nuove diagnosi. Questo effetto è ben esemplificato dal dato delle vendite della divisione diagnostica: nel primo trimestre i ricavi nella regione Asia-Pacifico sono diminuiti dell'11%, con la Cina che ha subito una flessione particolarmente forte.