Il DFAE ha riportato a casa i cittadini bloccati all’estero a causa dell’emergenza. Ma i costi fanno storcere il naso
BERNA - È atterrato ieri a Zurigo il penultimo volo di rientro con passeggeri svizzeri dell’operazione di rimpatrio del Dipartimento federali degli affari esteri (DFAE). Si tratta del 34esimo. Voli che hanno riportato a casa 7’163 persone bloccate all’estero dalla crisi coronavirus.
Mercoledì, con un ultimo volo di rientro dall’Africa con passeggeri svizzeri provenienti da Ghana, Costa d’Avorio e Burkina Faso, si concluderà la più grande operazione di recupero mai realizzata in collaborazione con Swiss, Edelweiss e Helvetic. Un’operazione che non ha mancato di far discutere, soprattutto per gli alti costi generati.
La Confederazione ha finanziato anticipatamente i voli di rimpatrio. I costi, che ammontano a circa 10 milioni di franchi, sono sostenuti all'80% dai viaggiatori. La loro partecipazione corrisponde «al prezzo di mercato abituale per un volo corrispondente». Il DFAE contribuisce al finanziamento dei costi di volo per circa il 20%.
La fattura per i passeggeri va dai 400 ai 1’500 franchi circa, come riferisce 20 Minuten. Cifre che non piacciono ad alcuni viaggiatori, come G.O., tornato dalle Filippine il 31 marzo. «Ho ricevuto una fattura di 1’100 franchi. Ma in aeroporto i biglietti per lo stesso volo sono stati venduti a prezzi più convenienti», si lamenta.
G. racconta che il viaggio di ritorno con Qatar Airways è durato due giorni a causa di una catena di sfortunate circostanze. «Sulla base delle normali tariffe tra Manila e Zurigo, i prezzi del DFAE sono davvero eccessivi».
Hans-Peter Lenz, responsabile del Centro di gestione delle crisi del DFAE, dal canto suo spiega che ai passeggeri viene chiesto di contribuire al costo del volo nella forma dell’80%. Senza considerare quanto in realtà costi l’intera operazione, come le ore di lavoro dei dipendenti del DFAE o il trasporto dei passeggeri fino all’aeroporto.
Inoltre, i voli di rimpatrio non sono stati facili da organizzare e richiedono molta competenza diplomatica. L’importo richiesto ai rimpatriati «non copre certamente tutti i costi» ma resta in linea con i prezzi di mercato. «I voli non sono gratuiti» aggiungono dal DFAE.
Per quanto riguarda gli importi, da Berna fanno pure notare che non è possibile fare un confronto con le tariffe di un normale periodo. Ma i contributi richiesti si situano «entro limiti ragionevoli». Il DFAE spiega comunque che sono poche le chiamate e le e-mail ricevute per il rimborso del costo dei voli.