Gli esperti hanno evidenziato strategie e obiettivi della tracciabilità del virus. Obiettivo: Scoprire ogni singolo caso
BERNA - Siamo sulla buona strada: solo dieci casi di coronavirus registrati in un giorno. E oggi nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a Berna, Daniel Koch, l'alto funzionario della Confederazione in prima linea sul fronte coronavirus, ha preso la parola per sottolineare che il calo dei contagi è ormai paese in Svizzera, e che per restare su queste cifre così basse sono necessarie due condizioni.
La prima è che chiunque abbia sintomi influenzali venga sottoposto al test. L’obiettivo è ricostruire la mappatura dei contatti della persona infetta.
«Dobbiamo scoprire ogni singolo caso», ha spiegato Koch «capire con chi è stato in contatto la persona infetta, dove e quando. È quindi importante annotare ad esempio chi era presente in un determinato luogo in quel momento, o in un ristorante o bar. La tracciabilità è ancora non ottimale, deve essere migliorata».
È stato Sang-Il Kim, capo del dipartimento di trasformazione digitale, dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), ad illustrare il sistema di tracciabilità dei contatti, dato che i primi test con l'app denominata SwissCovid sono incominciati oggi.
La traccia dei contatti viene eseguita in questo modo:
1. All'inizio esiste un rapporto di laboratorio positivo con il nome della persona testata positiva.
2. La persona viene contattata per telefono.
3. Alla persona viene chiesto lo stato di salute, il rischio e la situazione domestica.
4. Al paziente viene chiesto di consultare il proprio medico qualora il corso della malattia sia grave.
5. Quindi saranno determinati i suoi contatti ai quali verranno fornite le istruzioni sul comportamento da adottare.
6. Durante la quarantena si tengono regolari contatti con le persone.
7. Il rilascio dall'isolamento o dalla quarantena è possibile al più presto dopo 10 giorni, a condizione che non si verifichino sintomi.
La tracciabilità dei contatti deve essere supportata con l'aiuto di un software. Le persone isolate possono inserire il proprio stato di salute in modo autonomo utilizzando un'app. Non appena sarà disponibile l'app Covid nazionale, questa sarà integrata nei software dei Cantoni. "Tuttavia, l'utilizzo dell'app è volontario e non siamo in grado di capire chi sta utilizzando l'app o meno".
Quasi il 60% desidera installare l'app - Sang-Il Kim, capo del dipartimento di trasformazione digitale, dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha presentato i risultati di un sondaggio sull'app. Sondaggio che ha mostrato come la conoscenza stessa dell'app sia relativamente bassa e piena di preconcetti. La speranza delle autorità è che a forza di usare l'app la gente possa familiarizzare con essa e ricredersi.
«Quasi il 60% degli intervistati ha dichiarato di voler installare l'app, per poter aiutare a combattere l'epidemia. Ma ci sono anche diverse preoccupazioni, come ad esempio quella che le persone possano andare in un ristorante solo se hanno installato l'app. Molti di loro hanno chiesto il divieto di discriminazione; e anche per quanto riguarda la protezione dei dati ci sono state diverse perplessità. Altri timori hanno riguardato l'aumento del consumo della batteria dovuto al Bluetooth, e il fatto che le persone anziane non hanno sempre i loro telefoni cellulari con sé».
Molto alta la percentuale (73%) di coloro ha dichiarato di essere disposto a divulgare dati anonimi per la ricerca scientifica. Ma ci sono anche gli scettici: il 40% degli intervistati ritiene che vengano registrati anche i dati sui vari spostamenti delle persone. "Il 20% non sapeva che le informazioni pertinenti erano memorizzate solo localmente sul telefonino e non in una centrale. Molti non sapevano ad esempio che non vi sarà alcun contatto l'app e il team di tracciamento dei contatti".
Si inizia oggi - La fase pilota inizia dunque oggi con la cosiddetta Proximity-Tracing-App. Anche Sang-Il Kim ha sottolineato che l'app non può sostituire la classica tracciabilità di contatto, ma può semmai completarla. L'app serve anche a sensibilizzare ulteriormente la popolazione durante la fase di test. Durante la sessione estiva del parlamento, verrà evidenziato come l'app dovrà essere esattamente utilizzata e posizionata.
Anche Marcel Salathé, capo del gruppo di esperti «Epidemiologia digitale», ha voluto rassicurare la popolazione: «I dati rimangono sempre sul telefonino. Sviluppatori e ricercatori hanno fatto di tutto per rendere impossibile il monitoraggio. Quest'ultimo non puo' essere fatto nemmeno con l'interfaccia di Google e Apple, poiché il sistema impedisce al GPS di essere utilizzato contemporaneamente all'app».
In sostanza, è stato spiegato, l'interfaccia può essere utilizzata solo dalle autorità sanitarie statali: «La Svizzera è ora effettivamente il primo paese al mondo in cui l'autorità sanitaria ha creato una soluzione basata su questa interfaccia» ha spiegato con orgoglio Salathé. Di fronte alle domande dei giornalisti in merito alla sicurezza, Salathé ha spiegato ancora uan volta che «Bluetooth stesso non può generare dati sulla posizione. Il sistema è organizzato in modo tale che se si utilizza l'interfaccia per la tracciabilità dei contatti, non vi è la possibilità di utilizzare il GPS contemporaneamente. E questo penso valga anche per Apple e Google».
Lacrime amare per il turismo - Inevitabile non fare qualche accenno sul turismo. Erik Jakob, capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca ha snocciolato i dati, precisando che c'è molta speranza nel fatto che i prossimi passi di allentamento di mercoledì andranno anche a beneficio del turismo.
Dobbiamo pero' rassegnarci il 2021 passerà alla storia come l'anno terribile per hotel e ristoratori. Il settore alberghiero ha perso un buon 90%, i ristoranti l'80%.
«In generale il settore del turismo quest'anno registrerà una perdita del 30%. Il 15 giugno verranno aperti i confini con Germania, Francia e Austria e verrà ripristinata la libertà di viaggio. È molto importante che i turisti tedeschi possano tornare in Svizzera».
Le domande
In quali contati l'app manderà un segnale di avviso?
«Se l'app rileva che una persona infetta è stata con qualcuno per meno di 15 minuti a una distanza inferiore di due metri, viene immediatamente attivato un avviso. Ma bisogna essere realistici: "Bluetooth non ha un misuratore di distanza, ma solo un'indicazione della forza di misurazione. Le misurazioni della distanza sono quindi una stima».
La Svizzera è pioniera con questa app. Esistono prove scientifiche che l'app possa fermare l'epidemia?
Marcel Salathé: «No, al momento non ci sono prove. Nella scienza, abbiamo grandi speranze e ragioni per credere che questa app possa aiutare e possa funzionare. Ecco perché ci crediamo»
Non è pericoloso che le persone che installano l'app non osservino più le misure rimanenti?
Koch: «Non credo che l'app avrà un impatto negativo sul comportamento delle persone. Non sarà lo stesso di prima, è chiaro, anche se lo desiderassimo. Questo virus non scomparirà più da questo mondo. Quest'estate non sarà più come quelle degli anni precedenti. Il pericolo è che se le persone non compilano le liste nei ristoranti, è possibile che molte più persone saranno nuovamente infettate».
Kim: «Penso che possa essere un grande pericolo se ora la gente inizierà a penserà: il numero di casi è basso, possiamo fare a meno delle maschere e del distanziamento sociale. Questo è ovviamente sbagliato. Misure efficaci come le misure igieniche e l'allontanamento sociale devono continuare a essere mantenute; e in quelle situazioni in cui ciò non è possibile, è fondamentale indossare una mascherina. L'app aiuta solo dove ciò non è possibile. Chiunque abbia l'app non dovrebbe mai pensare di poter fare a meno delle misure adottate finora».
Koch: «La tracciabilità è l'unico modo per prevenire una seconda epidemia. La cosa peggiore è quando non riesci più a scoprire chi è stato infettato e dove è avvenuta l'infezione. Dobbiamo farlo ora che il numero di casi è basso, se il numero di casi è alto non abbiamo più possibilità di riuscirci».
Il divieto di eventi al di sopra delle 1000 persone è dunque assoluto oppure no? I Cantoni potrebbero approvare un evento simile con tutti gli accorgimenti di protezione?
Koch: «Secondo me sarebbe possibile, solo se si potrà ricostruire le catene di contatto. Un conto è mettere in quarantena 10-20 persone, un altro 10 mila, ciò che sarebbe impossibile. Tuttavia, attualmente si applicano le normative e le leggi vigenti. È il Consiglio federale che deve prendere queste decisioni. Sarà il Governo federale a deciderà e se ne assumerà la responsabilità».