Il ritorno alla nuova normalità passa dalla terza fase, prevista l'8 giugno. Oggi si dovrebbe poter sapere di più
Il virologo sui locali notturni: «Creano le condizioni perfette per una rapida diffusione del Covid-19»
BERNA - L’8 giugno è prevista la terza fase di allentamenti in Svizzera. Oggi il Consiglio federale prenderà delle decisioni in merito, ma già nella giornata di ieri si sono susseguite alcune indiscrezioni, soprattutto relative agli assembramenti. Secondo la Neue Zürcher Zeitung, oltre a teatri, cinema e zoo Alain Berset potrebbe puntare per la riapertura di discoteche e locali notturni, magari con il limite di massimo 300 persone.
Ma il portavoce della commissione Bar&Club di Zurigo, Alexander Bücherli, smorza gli entusiasmi: «Ci crederò solo quando verrà pronunciato dal Consiglio federale». Ovviamente, la pressione è molta nel settore, soprattutto quella economica. «La vita notturna - ha detto Bücherli a 20 Minuten - è importante, soprattutto per i giovani. La gente ha voglia di uscire e godersi il divertimento. Hanno rinunciato a molta libertà. E se non hanno un posto dove andare, si riuniscono altrove, in spazi aperti, senza rispettare le norme igieniche e di distanziamento sociale».
Ma, secondo Bücherli, non sarebbe comunque facile rispettare i due metri di distanza tra le persone in un locale, motivo per cui sarebbe indicata la raccolta dei dati personali per consentire il tracciamento in caso di contagio. «Chi va a ballare, vuole stare vicino alle altre persone. Inoltre molti locali avrebbero una capacità molto limitata, rendendo controproducente a livello economico una riapertura».
Quello dei locali è un argomento molto discusso. In piena pandemia, si dava per scontato che avrebbero dovuto attendere almeno l’autunno per riaprire, perché rischiano di trasformarsi in un “hotspot” del virus. È di questo avviso il virologo Jonas Schmidt-Chanasit, del Bernhard Nocht Institute for Tropical Medicine di Amburgo: «Il Covid-19 trova le condizioni perfette per una rapida diffusione in club e discoteche. I posti sono stretti, si suda molto, con la musica alta si tende a gridare, avvicinandosi al viso degli altri. Esattamente lo scenario che ha portati a gravi focolai in altri Paesi».