La struttura di lusso potrebbe separarsi da quasi tutto il personale in estate.
I dipendenti chiedono trasparenza e rispetto
All'inizio di aprile, in piena crisi coronavirus, i dipendenti dell'hotel Le Richemond a Ginevra hanno ricevuto via e-mail i ringraziamenti dalla società per il loro impegno e per aver mantenuto in attività la struttura. Nella missiva resa pubblica lunedì dal sindacato SIT, la società sembrava fiduciosa: «Restiamo positivi per il futuro del Richemond». Quindi venivano menzionati i progetti di ristrutturazione, che stavano seguendo il loro corso, e si assicurava ai lavoratori che l'hotel sarebbe rimasto aperto durante i lavori.
Alla fine di maggio, la doccia fredda. I lavoratori vengono a conoscenza dell'apertura di una procedura di consultazione in vista di un possibile licenziamento collettivo da luglio 2020. Motivo invocato: la crisi dovuta al Covid-19, «catastrofica per l'intera economia», e che avrebbe portato a «quasi zero prospettive di ripresa dell'attività a breve e medio termine».
Una procedura di consultazione è aperta fino al 12 giugno, in modo che i dipendenti possano esprimersi. Quindi, i licenziamenti potranno essere formalizzati. Si prevede che l'hotel chiuderà i battenti fino a quando l'attività turistica non riprenderà.
La delusione dei dipendenti - Per le 130 persone interessate, è stato uno shock, tanto più che da marzo il personale è in lavoro ridotto. Paul*, delegato sindacale, spiega: «Abbiamo accettato la riduzione del lavoro, aderendo a tutte le richieste della direzione. Ci è stato detto che era per preservare l'occupazione». Ciò che lui e i suoi colleghi chiedono oggi è «rispetto e trasparenza». Come parte attiva della procedura di consultazione, sono stati invitati a presentare proposte, ma affermano che mancano informazioni. «Date le condizioni, questa è una richiesta inutile», critica Laurent*, altro dipendente.
I lavoratori hanno incaricato il sindacato SIT di rappresentarli. E SIT denuncia la mancanza di comunicazione, segnalando sospetti sulle reali ragioni della chiusura e dei tagli al lavoro. Infatti, nella lettera che annuncia un probabile licenziamento collettivo, si afferma che «i lavori di ristrutturazione dell'edificio saranno eseguiti durante questo periodo di inattività». Cosa, questa, che sembra contraddire la lettera precedente.
Se SIT afferma di comprendere la volontà di svolgere questo lavoro «mentre l'hotel è vuoto per tre quarti, sbarazzarsi senza mezzi termini di tutto il personale e senza un piano sociale, mentre lo stabilimento è nelle mani di un miliardario, non è accettabile».
Il direttore dell'albergo, André Cheminade, però assicura: «Attualmente non è prevista alcuna ristrutturazione. L'unica e sola ragione di questa chiusura temporanea è la situazione catastrofica in cui il Covid-19 ci ha fatti precipitare».
Infine, il direttore esprime dubbi sulla rappresentatività del SIT: «Abbiamo chiesto loro documenti giustificativi a dimostrazione del fatto che fossero stati incaricati dai nostri dipendenti. Non abbiamo ancora ricevuto nulla».
*Nomi noti alla redazione.