Un accordo di cooperazione è stato siglato fra l'UFSP e il Canton Zurigo.
ZURIGO - I Cantoni devono poter controllare rapidamente se le persone che rientrano da regioni a rischio COVID-19 rispettano l'obbligo di quarantena. Per questo motivo le autorità cantonali zurighesi trasmetteranno loro fino al 31 dicembre i dati di tutti i passeggeri che atterranno in Svizzera provenienti da un Paese a elevato rischio di contagio.
L'Ufficio federale della sanità pubblica e la Direzione della sicurezza del Cantone di Zurigo hanno concluso un accordo in tal senso concernente le persone che rientrano in Svizzera dall'aeroporto di Zurigo-Kloten, indica oggi in una nota l'UFSP.
La procedura è la seguente: la polizia aeroportuale ottiene direttamente dalle compagnie che offrono voli per Zurigo o dai loro operatori i moduli di registrazione ("passenger locator form") di tutti i passeggeri provenienti da un Paese o da una regione a elevato rischio di contagio. Li trasmette quindi immediatamente e «nel rispetto della sicurezza dei dati» ai Cantoni di residenza o di soggiorno dei passeggeri nonché all'Ufficio federale della sanità pubblica e in seguito li cancella, precisa il comunicato.
Dall'inizio di agosto, Zurigo raccoglieva già i dati dei passeggeri provenienti dal territorio cantonale e da sei altri cantoni (Argovia, Berna, Glarona, Sciaffusa, Ticino e Turgovia). Con il nuovo accordo ora tutti i dati dei passeggeri che atterrano in Svizzera sono «immediatamente» trasmessi ai cantoni.
Tale intesa rientra nella legislazione sulle epidemie, che attribuisce grande importanza al principio di collaborazione tra la Confederazione e i Cantoni, sottolinea ancora l'UFSP.
A Ginevra controlli aleatori - A Ginevra, rimangono invece in vigore le direttive attuali dell'UFSP, ovvero si procede a controlli aleatori su voli in provenienza dai paesi a elevato rischio di contagio. «Al momento non vediamo l'interesse per procedere diversamente», ha spiegato all'agenzia Keystone-ATS il portavoce del Dipartimento ginevrino della sanità, Laurent Paoliello.
Le autorità sanitarie cantonali hanno constatato che la maggior parte delle persone che rientravano dai Paesi a rischio, come il Kosovo o la Spagna, prendevano l'auto e non l'aereo. Stando a Paoliello, a Ginevra non v'è in preparazione alcun accordo simile a quello concluso tra il canton Zurigo e l'UFSP.